Il cardinale Comastri alla Messa per i Santi Pietro e Paolo: il Vaticano sia faro
di bontà agli occhi del mondo
Il ricordo del martirio di Pietro deve spingere i cristiani a ritrovare gioia e coerenza
nel vivere la propria fede: è l’esortazione del cardinale Angelo Comastri nella Messa
tenutasi stamani nella Basilica Vaticana per i dipendenti vaticani in preparazione
alla solennità dei Santi Pietro e Paolo. Il vicario generale del Papa per lo Stato
della Città del Vaticano ha sottolineato che, nonostante le persecuzioni del passato
e di oggi, il Signore ci rassicura che le potenze del male non prevarranno sulla Chiesa.
Il servizio di Alessandro Gisotti: Canti
I
dipendenti vaticani devono sentire con particolare fervore la Festa dei Santi Pietro
e Paolo, perché lavorano in un luogo bagnato dal sangue di tanti martiri. E’ quanto
affermato dal cardinale Angelo Comastri, che ha aggiunto: le pareti della Basilica
Vaticana “poggiano sul martirio e sono voce e memoria del martirio”. Il porporato
ha invitato i fedeli a tornare con il pensiero alla Roma di 19 secoli fa, quando la
nascente comunità cristiana dell'Urbe subì la terribile persecuzione dell’imperatore
Nerone:
“Se chiudiamo gli occhi in un momento
di silenzio, di raccoglimento, e facciamo un po’ di attenzione interiore possiamo
vedere gente innocente portata al patibolo con la preghiera sulle labbra, possiamo
sentire i colpi dei chiodi che fissarono il corpo di Pietro sulla croce, la croce
destinata agli schiavi”. Queste
persecuzioni e quelle successive, ha osservato, non annientarono il gregge del Signore.
Oggi come allora, ha detto, risuonano le rassicuranti parole rivolte da Gesù a Pietro:
le potenze del male non prevarranno sulla Sua Chiesa: “Aggrappata
alla Parola di Cristo e all’esempio dei primi cristiani la comunità continuò il suo
tormentato cammino nell’Impero Romano crescendo e trovando rinnovato vigore dopo ogni
persecuzione. Pensate che Tertullliano nell’anno 190 poteva scrivere: 'Quanti più
ci mietete, tanti più diventiamo. Il sangue di cristiani è il seme di altri cristiani'”. Anche
oggi, ha proseguito, tanti cristiani subiscono persecuzioni dal Pakistan all’Iraq,
dall’India alle Filippine. Eppure, ciò avviene nella pressoché totale indifferenza
del mondo occidentale. Fenomeno, questo, che suscita una domanda alla quale un cristiano
non può sottrarsi: “Io mi interrogo: non dipende anche
dai nostri cattivi esempi? Non dipende anche dalla nostra incoerenza che rende irriconoscibile
il Vangelo di Gesù nella nostra vita e pertanto rende poco amabile la sua Chiesa?”
Il ricordo del martirio di Pietro
e dei primi cristiani di Roma, è l'esortazione del cardinale Comastri, “susciti in
tutti noi un sincero esame di coscienza, che ci permetta di ritrovare entusiasmo e
coerenza e gioia nel vivere la meravigliosa avventura della fede”. Un invito particolarmente
significativo per chi lavora in Vaticano: "Così,
questo luogo, che si chiama Vaticano, ancora apparirà davanti agli occhi del mondo
un faro di bontà e come una splendida miniatura di Vangelo vissuto, perché questa
è la missione di questo luogo”.