Sri Lanka: sei sacerdoti prigionieri nei campi profughi
Sei sacerdoti cattolici sono tenuti in isolamento nei campi profughi dello Sri Lanka.
Sono quattro preti della diocesi di Jaffna e 2 missionari che hanno vissuto tra la
popolazione tamil sino agli ultimi istanti della guerra. Le condizioni sono al collasso
e alle organizzazioni umanitarie non è permesso di intervenire. La Chiesa srilankese
ha subito chiesto la liberazione dei sacerdoti ma non ha ancora ottenuto alcuna risposta
dal ministero della Difesa. Un operatore umanitario impegnato nei campi in cui vivono
300 mila sfollati ha raccontato ad AsiaNews la loro vicenda denunciando anche la scomparsa
di tre medici che avevano diffuso cifre e dati sui morti durante gli ultimi giorni
di guerra tra esercito e Tigri Tamil. C’è bisogno urgente - ha spiegato - di organizzare
servizi di assistenza. C’è anche bisogno di fornire sostegno psicologico per aiutare
le persone che sono rimaste traumatizzate dalla guerra. Alle ong non è permesso di
lavorare tra la gente: possono visitare i campi portando gli aiuti ma devono consegnarli
ai militari, gli unici a poterli distribuire. Ad alcuni sacerdoti è consentito di
celebrare la Santa Messa ma sono sempre accompagnati da personale dell’esercito. Giornalisti,
agenzie umanitarie e attivisti per i diritti umani non possono visitare i campi. Le
autorità – ha detto infine l’operatore umanitario - affermano che le zone da cui provengono
i profughi sono cosparse di mine. Il governo tiene in inoltre in isolamento i profughi
per evitare che ribelli tamil si possano infiltrare nei campi. (A.L.)