2009-06-25 15:39:27

Russia: la Corte suprema ordina la riapertura del processo per l’omicidio Politkovskaia


In Russia, la Corte suprema - annullando la sentenza di assoluzione per le tre persone accusate dell'omicidio della giornalista, Anna Politkovskaia - ha ordinato la riapertura del processo. La Corte ha così accolto il ricorso della Procura, presentato dopo che lo scorso febbraio una corte militare integrata da giudici popolari aveva assolto all' unanimità i tre imputati dell'omicidio - tutti ceceni - della giornalista, uccisa nell'ascensore della sua abitazione a Mosca il 7 ottobre 2006. I tre imputati sono l'ex dirigente della polizia moscovita, Serghei Khadzhikurbanov, accusato di essere l'organizzatore logistico del delitto, e i fratelli Dzhabrail e Ibragim Makhmudov, presunti "pedinatori" della vittima (un terzo fratello, Rustan, è ricercato all'estero come presunto killer). Khadzhikurbanov si trova in carcere perchè arrestato poco dopo l'assoluzione per una vicenda di estorsione, mentre non è noto dove si trovino i due fratelli Makhmudov.

La questione iraniana al centro del G8 Esteri di Trieste
L'Iran non partecipa a Trieste al G8 dei ministri degli Esteri che si apre oggi, ma quella che ormai è divenuta la "questione iraniana" terrà banco, relegando inevitabilmente al ruolo di comprimario il dossier sulla stabilizzazione di Afghanistan e Pakistan. L'Italia, presidente del G8 e consapevole sostenitrice dell'inevitabile ruolo dell'Iran nella regione, ha tentato di portare Teheran al tavolo dei ministri degli Esteri dei Paesi più industrializzati. Solo ieri il capo della diplomazia iraniana, Mottaki, ha detto che non avrebbe partecipato. Accanto ai due ministri degli Esteri direttamente interessati, l'afghano Rangin Dadfar Spanta e il pakistano Makhdoom Mahmood Qureshi, ci sono, tra gli altri, anche i rappresentanti di India, Russia, delle Repubbliche ex sovietiche dell'Asia centrale. Non ci sarà il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, a causa della frattura al gomito che l'ha costretta nei giorni scorsi a un intervento chirurgico. Ci saranno invece l'inviato americano in Afghanistan e Pakistan, Holbrooke, il sottosegretario per gli Affari politici Burns e l'inviato per il Medio Oriente, Mitchell. Mosca ha già lanciato un monito perché non vengano imposte soluzioni esterne al conflitto del Nagorno-Karabakh, uno dei temi nell'agenda del vertice.

Attentati in Iraq
A sei giorni dal completo ritiro delle truppe statunitensi dalle principali città irachene continuano gli attentati nel Paese. Quattro gli ordigni esplosi tra ieri pomeriggio e oggi. Ieri, l’attentato più grave in un mercato del quartiere sciita di Sadr City, nella parte orientale di Baghdad: morte almeno 72 persone, tra cui donne e bambini, e oltre 127 i feriti. Stamani, in due esplosioni sempre nella capitale, uccisi un ufficiale e due civili. Nei pressi di Falluja, hanno perso la vita anche quattro poliziotti. Il comandante delle truppe americane in Iraq, il generale Ray, ha confermato che il ritiro delle truppe avverrà comunque secondo il calendario previsto.

Pakistan: Onu chiede sicurezza prima del rientro dei profughi nella valle dello Swat
È giunta oggi l’esortazione dell’Onu alle autorità del Pakistan affinché si verifichi che la valle dello Swat, la zona nordoccidentale del Paese, sia sicura per il rientro di milioni di profughi scappati dai combattimenti. Questo territorio, colpito dalla guerra tra esercito e talebani iniziata lo scorso 26 aprile, è stato devastato e i villaggi potrebbero non essere sicuri. Secondo fonti dell’esercito pakistano, la popolazione può ritornare alle proprie case. Il coordinatore umanitario delle Nazioni Unite, Martin Mogwanja, dichiara in una conferenza stampa: “E' importante essere sicuri che a queste persone siano assicurate delle condizioni minime: acqua, cibo e servizi sanitari. Siamo preoccupati soprattutto per la sicurezza”.

Afghanistan
Il parlamento kirghizo ha ratificato oggi gli accordi siglati il 22 giugno scorso con il governo Usa per la creazione di un centro di transito all'aeroporto di Manas, alla periferia della capitale Bishkek, allo scopo di supportare le operazioni antiterrorismo della coalizione internazionale in Afghanistan. Al centro di transito potranno passare solo carichi non militari, anche se non è previsto il controllo da parte delle autorità locali. Il Kirghizistan aveva deciso di chiudere la base militare aerea Usa di Manas lo scorso febbraio, ma nei giorni scorsi è stato trovato l’accordo con l'intervento personale del presidente americano, Obama, la triplicazione dei costi d'affitto a carico di Washington e il via libera di Mosca.

Nabih Berri presidente del parlamento libanese per la quinta volta
Con 90 voti su 127, il neoeletto parlamento libanese ha eletto stamani a Beirut, per la quinta volta consecutiva, il leader sciita, Nabih Berri, come presidente dell'assemblea, che secondo il sistema confessionale locale deve appartenere alla comunità musulmana sciita. Berri è leader del partito sciita Amal, alleato del movimento filo-iraniano Hezbollah, ed è alla quinta legislatura in parlamento dal 1990. È uno degli esponenti di spicco dell'opposizione libanese che nelle elezioni del 7 giugno scorso ha perso di misura (13 seggi) contro la passata e attuale maggioranza.

Human Rights Watch denuncia: Hamas vieta visite umanitarie al soldato Shalit
L'Ong per la difesa dei diritti umani, Human Rights Watch (Hrw), ha condannato oggi con un duro comunicato il rifiuto di Hamas di permettere visite dei rappresentanti della Croce Rossa Internazionale al soldato israeliano Ghilad Shalit, da tre anni prigioniero di Hamas a Gaza.

L’esercito israeliano riduce la presenza in 4 città cisgiordane
L'esercito israeliano ha acconsentito a ridurre la sua presenza in quattro delle maggiori città palestinesi in Cisgiordania, dove d'ora in poi i servizi di sicurezza dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) godranno di piena libertà d'azione 24 ore al giorno. L'esercito al tempo stesso si riserva la libertà d'azione e di ingresso in queste città in casi particolari, al fine di sventare attacchi. Le quattro città sono Betlemme, Ramallah, Gerico e Qalqilia. Una decisione in questo senso, secondo fonti israeliane e palestinesi, è emersa al termine di una riunione ieri a Betlemme tra alti ufficiali israeliani e dell'Anp. L'annuncio conferma la progressiva attenuazione della pressione militare israeliana in Cisgiordania e la progressiva presa di responsabilità per la sicurezza da parte delle forze palestinesi, che tuttavia dovranno continuare a operare in coordinamento con quelle israeliane.

Bruxelles richiama l’Italia sull’età pensionabile
Discriminazione basata sul sesso per l’età pensionabile tra uomini e donne in Italia. È questa l’accusa della Commissione europea al sistema pubblico previdenziale italiano che non adempie alla sentenza della Corte Ue sull’equiparazione dell’età pensionabile e del trattamento economico tra i due sessi. Bruxelles invierà all’Italia una lettera di avviso formale di messa in mora sulla violazione del governo italiano. Se il Paese non dovesse adottare le misure richieste, seguirebbe un secondo e ultimo avviso prima delle sanzioni. Intanto, arriva un segnale dal ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, che dichiara di voler equiparare subito l’età e destinare l’intera somma risparmiata alle donne stesse per finanziare iniziative a favore delle lavoratrici e delle famiglie. Domani, a Roma ,il commissario europeo agli affari sociali, Spidla, parlerà della questione con il ministro del Lavoro italiano, Sacconi, a margine di un incontro preparatorio del G8.

Somalia: crescono incertezza e debolezza istituzionale
Sempre più instabile la situazione in Somalia. Più della metà dei parlamentari si trova all’estero o è in fuga dalla guerriglia islamica. L’attività istituzionale è bloccata, dato che le decisioni debbono essere votate almeno dai due terzi dei deputati. È stato chiesto a tutti di rientrare per approvare lo stato di emergenza, proclamato dal presidente Sheikh Sharif Ahmed alcuni giorni fa, ma la richiesta potrebbe cadere nel vuoto, dato che i fondamentalisti islamici controllano gran parte del Paese. Quale rischio corre dunque la Somalia a causa di questa estrema debolezza istituzionale? Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad Enrico Casale, esperto di Africa della rivista “Popoli”:RealAudioMP3

R. - Il rischio è che le fragilissime strutture istituzionali somale, create attraverso lunghe trattative, rischino di crollare e lasciare spazio agli shebab, i fondamentalisti islamici che stanno pian piano conquistando tutta la Somalia, sullo stile dell’Afghanistan dei talebani.

 
D. - Con istituzioni così fragili, come potrà realizzarsi l’aiuto, richiesto proprio dal governo somalo, agli eserciti confinanti?

 
R. - Un intervento dei Paesi confinanti può essere molto rischioso perché potrebbe infiammare non solo la Somalia, ma l’intero Corno d’Africa. Gli aiuti internazionali sono molto difficili da questo punto, soprattutto se le istituzioni si indeboliscono ulteriormente.

 
D. - Un infiammarsi della situazione quali conseguenze potrebbe avere nei rapporti internazionali?

 
R. - Già l’attuale situazione va a danno dei Paesi occidentali, favorisce la pirateria nel golfo di Aden. Diverso sarebbe il caso in cui dovessero prendere il potere gli shebab: probabilmente, instaurerebbero un governo fondamentalista islamico, che sarebbe certamente un governo non democratico, ma più stabile. È chiaro che uno Stato di questo tipo potrebbe diventare il rifugio per i fondamentalisti di tutto il mondo, in particolare per quei fondamentalisti legati ad Al Qaeda, che sono in fuga dal Pakistan e dall’Afghanistan e stanno pian piano installandosi nel nord dello Yemen ed in Somalia.

Il presidente russo Medvedev in Africa: annuncia investimenti in Nigeria
Dmitri Medvedev, in viaggio in Africa, andrà nei prossimi giorni in Nigeria. Dopo l’annuncio ieri del presidente russo di ingenti investimenti in gas e petrolio nigeriani non c’è un benvenuto di certo accogliente da parte della guerriglia del Delta del Niger. In un messaggio diffuso per email, Gbomo, il portavoce del Mend, il Movimento di emancipazione del delta del Niger, si rivolge sarcasticamente al presidente russo screditando gli accordi economici firmati: “Sebbene Paesi come il suo, (la Russia), traggano benefici quando trattano con tiranni corrotti al potere… - scrive - tutto ciò cambierà nella nuova Africa”. Il Mend rivendica un attentato ad un oleodotto della Shell nel sud del Paese, che sarebbe avvenuto in questi giorni ma che non è stato ancora confermato da altre fonti.

Inviato Onu in Birmania
Ibrahim Gambari, l’inviato speciale delle Nazioni Unite, andrà domani in Birmania. L’inviato del Palazzo di Vetro incontrerà sia i responsabili della giunta militare che governano il Paese, sia alcuni membri del partito di cui è leader Aung San Suu Kyi, la Lega nazionale per la Democrazia. La missione di Gambari sarà quella di preparare il terreno ad una eventuale visita del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon. Intanto, continuano gli arresti domiciliari del Premio Nobel per la Pace, San Suu Kyi. I suoi avvocati hanno sollecitato l’Alta Corte del Myanmar per prendere in considerazione due testimonianze in favore della leader del movimento birmano che rischia sino a cinque anni di carcere dopo che nel mese di maggio un americano si era introdotto in casa sua.

Istanbul rischia di non essere più Patrimonio dell’Umanità
“Il governo turco e la città di Istanbul non preservano la propria eredità culturale e artistica che risulta minacciata da progetti urbanistici che potrebbero modificare radicalmente alcune aree della città”. È questa l’accusa dell’Unesco contro la Turchia che rischia di vedersi cancellata la metropoli Istanbul dall’elenco dei beni Patrimonio dell’Umanità. L’allarme arriva da Siviglia dove in questi giorni si sta svolgendo l’Assemblea generale dell’Agenzia delle Nazioni Unite. Sotto accusa le demolizioni delle abitazioni rom del quartiere di Sulukule, i lavori di ampliamento dell’Hotel Four Season e la creazione di una nuova stazione della metropolitana nel cuore turistico di Istanbul. La Commissione darà un anno di tempo per prendere delle misure adeguate. Già nel 2006 e nel 2008 era giunta la richiesta dall’Unesco di una modifica delle politiche urbanistiche da parte del governo turco. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 176

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