Mons. Marchetto: gli studenti stranieri un’opportunità per la Chiesa e per gli Stati
Gli studenti esteri sono un’opportunità per la Chiesa di realizzare la propria identità
di comunione e la propria vocazione missionaria e un’occasione per gli Stati di veicolare
valori culturali ed interessi economici. Lo ha sottolineato stamane mons. Agostino
Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, intervenuto
al Seminario organizzato a Roma dall’Associazione dei College e delle Università cattoliche
statunitensi (ACCU). Il servizio di Roberta Gisotti.
In un mondo
dove attraversare le frontiere nazionali sta divenendo sempre più ricorrente e tanti
più studenti sono in grado di viaggiare per seguire corsi in altri Paesi tutto il
settore dell’educazione secondaria – ha osservato l’arcivescovo Marchetto - si trova
di fronte a nuove sfide in evoluzione. Oltre a ciò le innovazioni tecnologiche stanno
mutando la natura dell’apprendimento, in società sempre più velocizzate, dove gli
studenti internazionali sono maggiormente alfabetizzati tecnologicamente, hanno più
grandi aspettative e sono più fortemente pressati rispetto alle generazioni precedenti.
Studi recenti – ha riportato il presule – mostrano che la domanda degli studenti internazionali
arriverà dai 2 milioni e 100 mila del 2003 a 5 milioni e 800 mila del 2020, con una
larga percentuale di iscrizioni dalla Cina e dall’India nei Paesi anglofoni. Del
resto le opportunità globali stanno attraendo molti nuovi ‘agenti’ pubblici e privati,
internazionali e nazionali, con alleanze diverse e nuovi approcci di cooperazione.
E gli studenti esteri – ha proseguito il responsabile del Dicastero vaticano - “sono
potenzialmente tra i più autorevoli ambasciatori e persuasivi operatori”. La loro
esperienza – e questa include non solo gli studi accademici ma anche la loro vita
quotidiana – è fondamentale nel formare e influenzare le loro opinioni. Se i benefici
economici del reclutamento di studenti stranieri sono innegabili, ora anche molti
Governi riconoscono l’importanza degli studenti esteri per motivi economici, culturali,
commerciali e politici. Allo stesso modo la Chiesa – ha sottolineato
mons. Marchetto - riconosce che le positive esperienze maturate dagli studenti lontani
da casa che interagiscono con i Paesi ospiti, “produce frutti sia spirituali che
umani”. In questa parte formativa della loro vita quindi – ha concluso il presule
- “è vitale che la Chiesa li accompagni con amore e sollecitudine, supportandoli e
incoraggiandoli ogniqualvolta possibile”, realizzando l’invito di Gesù ad accoglierlo
nello straniero.