Regno Unito: no dei vescovi agli spot pro-aborto e sui contraccettivi
I vescovi dell’Inghilterra e del Galles sono contrari all’introduzione agli spot pro-aborto
per i contraccettivi in televisione. Un progetto in tal senso è stato presentato dal
“British Code of Advertising Practice”, l’autorità britannica che regola la pubblicità
radio-televisiva, in vista della nuova regolamentazione del settore prevista per il
prossimo anno. In sostanza, l’organismo governativo vuole autorizzare spot televisivi
sulle attività delle cliniche e dei consultori privati specializzati in aborti e rendere
meno restrittive le norme sulla pubblicità ai preservativi (attualmente permessa solo
a una tv commerciale). Nelle intenzioni del governo l’obiettivo è di arginare le sempre
più frequenti gravidanze indesiderate e le malattie veneree tra gli adolescenti nel
Regno Unito. Chiamati ad esprimere un parere nell’ambito di una vasta consultazione
nazionale sulla questione, i vescovi inglesi e gallesi hanno manifestato la loro totale
contrarietà. “L’aborto – rileva la loro relazione presentata ieri - non è né una cura
né una merce”. Una simile concezione “mina il rispetto per la vita, è ingannevole
e danneggia le donne che potrebbero essere indotte a decisioni affrettate e irrevocabili”.
Inoltre – ricordano i presuli - l’aborto nel Regno Unito non è permesso senza il consenso
di almeno due medici. A preoccupare l’episcopato è anche l’ipotesi di autorizzare
la pubblicità dei contraccettivi tra i minori di 16 anni (l’età del consenso sessuale
secondo la legge inglese). Promuovere l’uso dei preservativi tra i bambini e gli adolescenti
– argomentano i vescovi - equivale a incoraggiarli ad un’attività sessuale precoce,
diffondendo la falsa idea del sesso sicuro contro le gravidanze non desiderate e le
malattie sessualmente trasmissibili. Di qui, in conclusione, l’invito a non incoraggiare
la diffusione di una percezione riduttiva della sessualità pubblicizzando servizi
che hanno già fatto danni enormi: “Il rispetto per la vita, il sesso e la genitorialità
– affermano i vescovi - sono fondamentali per una società sana e di questo occorre
tenere conto quando si regolano i limiti della pubblicità”. (L.Z.)