2009-06-24 15:26:03

L’Iran non sarà al vertice di Trieste. Teheran lancia accuse di ingerenza da parte di britannici e statunitensi


Il Ministero dell'interno “non ha concesso l'autorizzazione” per raduni di protesta che dovessero essere tenuti domani in segno di lutto in Iran per commemorare i manifestanti uccisi nei giorni scorsi. Rappresentanti del governo accusano persone con passaporto britannico di essere coinvolte negli incidenti sanguinosi degli ultimi giorni e chiamano in causa anche i servizi statunitensi. E l’Iran fa sapere che non sarà domani alla riunione allargata dei ministri degli Esteri del G8 a Trieste. Parlando con i giornalisti, il presidente Usa, Barak Obama, ha detto che senza osservatori internazionali “non si può sapere esattamente cosa sia successo ai seggi”, ma dal momento che una vasta percentuale del popolo iraniano considera questa elezione illegittima, sorgono seri dubbi. Intanto, secondo notizie riportate dal sito internet Twitter, “tutti gli ospedali e le ambasciate sono circondati dalla milizia”. Il servizio di Stefano Leszczynski:RealAudioMP3

Mir Hossein Moussavi, il candidato uscito sconfitto dalle elezioni presidenziali del 12 giugno, non si rassegna e continua a lanciare accuse di brogli da parte dei sostenitori di Ahmadinejad. Dopo le drammatiche manifestazioni dei giorni scorsi, costate la vita ad almeno 17 persone, nelle Piazze di Teheran sembra tornata la calma, anche se l’opposizione denuncia che tutti gli ospedali e le ambasciate sono circondati da uomini della milizia, che hanno arrestato 25 giornalisti e dipendenti del giornale di Moussavi. La repressione delle proteste tuttavia sembra aver prodotto i primi risultati, tanto che il candidato conservatore, Mohsen Rezai, ha deciso di ritirare il ricorso presentato per presunte irregolarità nello scrutinio. Rezai ha però criticato "il poco tempo accordato dalle autorità per esaminare i ricorsi", nonostante ieri il Consiglio dei Guardiani della Costituzione abbia annunciato una proroga di cinque giorni. Manifestazioni di protesta si sono invece svolte davanti all’ambasciata britannica da parte dei sostenitori del presidente Ahmadinejad, dopo l’espulsione di due diplomatici iraniani da Londra in risposta all’espulsione di due diplomatici britannici dalla capitale iraniana. Una spaccatura quella con l’Occidente, che ha criticato la dura repressione dell’opposizione, che ha già prodotto i primi risultati negativi con l’annuncio da parte del ministro degli Esteri, Mottaki, che l’Iran non parteciperà ai lavori del G8 al via da domani a Trieste.

 
Afghanistan, morto un soldato afghano e ferito un parà italiano
Un militare afghano è deceduto nel corso di una operazione congiunta delle forze di sicurezza afghane e il contingente internazionale Isaf, nella valle di Bala Murgab, a 200 chilometri a nord di Herat. Cinque i soldati feriti tra cui un paracadutista italiano del 183.mo reggimento “Nembo”. L’operazione rientra nell’attività delle unità militari internazionali “volta ad eliminare ulteriori sacche di resistenza presenti nell'area”. Intanto 27 ex detenuti, accusati di collaborare con Al Qaeda, raccontano ai microfoni della Bbc gli abusi subiti dai militari statunitensi durante la prigionia a Bagram, città a 60 km a nordovest di Kabul. Reclusi in diversi periodi tra il 2002 e il 2008, venivano drogati, addormentati, minacciati e assoggettati ad ogni sorta di abuso fisico e psicologico. Il Pentagono ha negato le accuse.

In Pakistan sale a 83 morti il bilancio del razzo USA di ieri
A meno di due mesi dalle molte vittime civili causate per errore in un attacco alla località afghana di Farah, gli Stati Uniti si trovano di fronte ad un nuovo, analogo incidente per il lancio, avvenuto ieri, di un razzo da parte di un velivolo senza pilota (drone) che ha colpito il gruppo di persone riunito per un funerale nel Waziristan meridionale: oggi il bilancio è salito a 83 morti. Secondo fonti locali, circa 200 persone si erano radunate a Shobikhel - villaggio natale del comandante talebano radicale, Baitullah Mehsud - per rendere l'estremo saluto a un capo talebano, di nome Khozhwali, ucciso da un razzo lanciato da un drone in mattinata. Mentre era in corso la cerimonia, un secondo drone ha esploso due razzi che hanno causato 83 morti e ferito altre decine di persone. Da due settimane, si sono intensificate le operazioni aeree statunitensi e le incursioni delle forze di sicurezza pakistane sul Waziristan meridionale, turbolenta regione tribale al confine con l'Afghanistan, dove si troverebbero le basi più importanti di Mehsud, considerato vicino ad Al Qaeda. Nei giorni scorsi, alcuni dei razzi avrebbero centrato il quartier generale di due capi talebani radicali: il pakistano Qari Hussain e l'afghano Sangeen, che sarebbero stati uccisi.

Netanyahu a Roma: “Se il regime di Teheran si indebolisce è possibile la pace”
“Se il regime di Teheran è indebolito avremo la pace”. Lo ha affermato ieri il primo ministro israeliano, Netanyahu, durante il pranzo a Montecitorio con il presidente della Camera, Fini. Netanyahu, che oggi è al Quirinale, ha parlato di possibile riconoscimento reciproco tra palestinesi e israeliani dichiarando che però “elemento fondamentale è la smilitarizzazione”. Nell’incontro, sempre ieri, con il premier italiano Berlusconi, Netanyahu ha avuto parole di apprezzamento per il cosiddetto Piano Marshall, “un piano di pace che rilancia l'economia e punta a sviluppare il turismo”, di Berlusconi e Netanyahu hanno parlato a lungo. Dopo la tappa in Italia, Netanyahu prosegue il tour europeo in Francia. E giunge notizia oggi che è stato annullato a sorpresa un incontro fissato per giovedì a Parigi fra il premier israeliano e George Mitchell, l'emissario personale di Obama per il Medio Oriente. Secondo il quotidiano Yediot Ahronot, resta elevata la tensione fra Israele e Stati Uniti provocata dalla richiesta dell'amministrazione del presidente Obama di un congelamento nella costruzione delle colonie ebraiche in Cisgiordania, richiesta cui lo Stato ebraico si oppone. A incontrare Mitchell sarà invece, lunedì a Washington, il leader laburista Barak, responsabile per la Cisgiordania.

Ma quali sono gli obiettivi di questo tour europeo di Netanyahu? Linda Giannattasio lo ha chiesto alla professoressa Marcella Emiliani, docente di Storia e istituzioni del Medio Oriente all’Università di Bologna:RealAudioMP3

R. - Lo scopo che ha, è di trovare consensi relativamente al suo piano di ammettere l’esistenza di uno Stato palestinese, ma smilitarizzato, cosa rifiutata dai palestinesi perché uno Stato smilitarizzato è uno Stato che ha rinunciato alla propria sovranità. L’impressione è che Netanyahu voglia cercare in Europa quei consensi che stanno un po’ calando da parte dell’amministrazione americana, decisa a lavorare per la creazione di uno Stato palestinese sovrano. Inoltre, vedendo quello che sta succedendo in Iran - l’elezione piuttosto controversa di Ahmadinejad - Netanyahu intende ricoalizzare una unione di Stati che faccia dell’Iran il Paese definito il più pericoloso nell’area.

 
D. - La possibilità di uno Stato palestinese totalmente smilitarizzato, può rappresentare un segnale di apertura rispetto alla linea oltranzista precedente?

 
R. - Netanyahu non ha mai parlato di Stato palestinese e indubbiamente ora ne parla, però le condizioni che pone sono condizioni tali per cui non si crea uno spazio politico di negoziato. E’ una proposta che lui può sempre dire di aver fatto, ma sa benissimo che allo stato attuale non c’è nessuno disposto ad accettarla.

 
D. - Netanyahu non ha neanche intenzione di arrestare la crescita degli insediamenti in Cisgiordania?

 
R. - Già, dice di voler creare uno Stato palestinese, ma non ferma la colonizzazione. I fatti dimostrano che questo Stato palestinese non lo vuole e ormai la terra per un ipotetico Stato palestinese si restringe di giorno in giorno.

 
Trafficanti di esseri umani dalla Nigeria all’Europa, 30 arresti
Tratta di esseri umani, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione: sono queste le accuse per trenta persone, di nazionalità nigeriana e italiana, che sfruttavano i cittadini nigeriani fatti giungere illegalmente in Italia, riducendoli in schiavitù. Tra gli arrestati, anche due medici italiani che si occupavano delle interruzioni di gravidanza delle vittime, con tariffe tra i 200 e i 2.000 euro. La vasta operazione è stata condotta dalla Procura distrettuale antimafia di Ancona. Intanto, ad Atene è stato arrestato un trafficante di esseri umani nigeriano, ricercato in Italia perché referente di un’organizzazione criminale che introduceva giovani nigeriane attraverso la Grecia e destinate poi allo sfruttamento sessuale nei Paesi europei.

Arrestato per crimini di guerra l’ex primo ministro kosovaro
Accusato dalla Serbia e ricercato dall’Interpol per crimini di guerra commessi in Croazia e in Kosovo, Agim Ceku è stato arrestato ieri in Bulgaria al confine con la Macedonia. Comandante della guerriglia albanese negli anni del conflitto in Kosovo, è stato premier dall’aprile 2006 al novembre 2007. È già la seconda volta che viene arrestato con un mandato serbo.

Cecenia
In Cecenia, due persone sono morte per l'esplosione di una bomba al passaggio del furgone sul quale viaggiavano. È avvenuto nei pressi di Urus-Martan. Un ordigno depositato sul ciglio della strada è esploso mentre transitava un furgone con a bordo dei civili, provocando la morte di due dei passeggeri. L'autista del mezzo è rimasto ferito.

Corea del Nord, il figlio di Kim Jong-Il alla guida dell’intelligence
Il leader nordcoreano, Kim Jong-il, ha affidato al terzogenito, Kim Jong-un, la guida dei servizi di intelligence, una mossa che rafforza l'ipotesi che la successione alla guida non sia molto lontana. Il “caro leader”, secondo il quotidiano sudcoreano Dong-a Ilbo, ha visitato lo scorso marzo la sede del Dipartimento di sicurezza dello Stato, insieme al suo successore, di soli 26 anni, invitando i vertici a considerarlo il capo della struttura. Kim, continua il quotidiano, citando fonti anonime, ha poi invitato i leader del dipartimento a “proteggere la vita di Kim Jong-un con la vostra vita, così come avete fatto con me in passato”. In segno di stima, il “caro leader” ha regalato ai massimi funzionari cinque automobili straniere del valore di 88 mila dollari l'una. Kim, inoltre, ha visitato a maggio una scuola di formazione di agenti-spia, ribadendo la sua decisione. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 175

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