Le Caritas diocesane a convegno a Torino ribadiscono l’impegno in favore delle
famiglie colpite dalla crisi e dei terremotati abruzzesi
“Non conformatevi a questo mondo”: è il tema del 33.mo convegno nazionale delle Caritas
diocesane, iniziato ieri al Lingotto di Torino. Tra i punti sottolineati nella prima
giornata di lavori, le iniziative di solidarietà per le famiglie colpite dalla crisi
finanziaria e l’impegno in favore delle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto.
Sull’importanza del Convegno di Torino, Emanuela Campanile ha intervistato
il vescovo di Lodi, mons.Giuseppe Merisi, presidente di Caritas italiana:
“E’ importante
come sempre. Quest’anno poi in modo particolare per la rilevanza degli impegni che
le Caritas diocesane e quella nazionale hanno di fronte a loro, come il terremoto
in Abruzzo, l’impegno per la solidarietà, con tutto quello che la Cei ha promosso
in termini di fondi di solidarietà. Quindi c’è un lavoro ordinario delle Caritas diocesane
che Caritas italiana vuole supportare, animare, incoraggiare e sostenere. Poi ci sono
queste emergenze, tutto quello che sta accadendo in Europa, nel mondo, con tutte le
emergenze che conosciamo. Operiamo in un contesto che qualche volta all’interno dell’Europa
presenta delle difficoltà, altre volte a causa dei problemi legati alla crisi… all’immigrazione.
La crisi economica chiede appunto a tutte le comunità cristiane e alle Caritas in
particolare attenzione e impegno”. Uno dei temi sottolineati al Convegno delle
Caritas è l’educazione delle giovani generazioni. Sfida quanto mai urgente su cui
si sofferma don Domenico Ricca, presidente della Federazione Servizi Civili
e Sociali/Centro Nazionale Opere Salesiane. L’intervista è di Emanuela Campanile:
“C’è da una
parte una maggiore fragilità dei ragazzi e dall’altra c’è anche un contesto di maggiore
egoismo, maggiore ripiegamento su di sé. Io credo che in un’epoca del genere il problema
dell’educazione rimbalzi su noi adulti. Quali sono i nostri atteggiamenti, le nostre
scelte di vita, i nostri comportamenti, gli obiettivi prioritari, i nostri valori?
Se noi li abbiamo riusciamo anche a trasmetterli ai ragazzi. Come li trasmettiamo?
Soprattutto oggi la fragilità in questi ragazzi si manifesta anche in esempi molto
semplici: l’incapacità di affrontare le cose quotidiane della vita, un insuccesso
scolastico, per esempio. Accompagnarli vuol dire stargli molto più vicino, essere
una figura di riferimento costante, anche se in questa epoca, per i ragazzi, si fa
molto, molto di più di un tempo. Ma il contesto è più fragile e quindi loro hanno
bisogno di più sicurezza”. “Volti e orizzonti del volontariato”: è il tema
di una tavola rotonda che si terrà domani mattina al Lingotto di Torino nell’ambito
del Convegno delle Caritas. Sulla realtà del volontariato in Italia, Emanuela Campanile
ha intervistato Renato Frisanco, presidente del Comitato scientifico della
Convol:
“Il volontariato
è una fucina di partecipazione, di impegno, di responsabilità, che produce anche beni
relazionali e, quindi, certamente è un patrimonio fondamentale quando si è nell’ambito
di una crisi sociale che è valoriale ed economica al tempo stesso. Il volontariato,
sui due versanti, può dare un contributo importante perché è fenomeno di aggregazione,
di solidarietà, di partecipazione, di responsabilità. Le persone riescono a dare un
contributo e a trainare anche altre persone. Le istituzioni stesse riescono a svolgere
al meglio il loro compito. D’altra parte, possono dare anche un contributo fattivo
intervenendo nei vari campi; pensiamo, ad esempio, al patrimonio di conoscenza che
ha il volontariato che si occupa di povertà. Il volontariato è un laboratorio costante
di iniziative, di ricerca, di attività, nell’affrontare questi problemi”. (Montaggi
a cura di Maria Brigini)