Il Papa in visita ai malati a San Giovanni Rotondo: solo Dio può eliminare il male,
grazie alla fede comprendiamo il senso della sofferenza umana
Grazie alla fede possiamo penetrare il significato della sofferenza umana: è uno dei
passaggi forti del discorso che il Papa ha rivolto, ieri pomeriggio, ai malati accolti
dalla Casa Sollievo della Sofferenza, l’ospedale voluto da Padre Pio e da lui inaugurato
nel 1956 a San Giovanni Rotondo. Sotto la pioggia, con gli ombrelli aperti, gli ammalati
e il personale hanno accolto il Pontefice sullo spiazzo antistante l’ospedale. Come
già aveva ricordato nell’omelia, Benedetto XVI ha ribadito la missione di questa struttura:
quella di essere una casa di scienza e di preghiera, dove l’ammalato possa trovare
anche quel sostegno di cui tanto ha bisogno. Il servizio della nostra inviata, Debora
Donnini:
Il Papa ha
abbracciato idealmente tutti i malati della Casa Sollievo della Sofferenza e si è
scusato per non poterli salutare uno ad uno. Ha voluto però far arrivare loro una
parola di conforto. Ha espresso un vivo ringraziamento per il bene che la Casa Sollievo
della Sofferenza, che oggi conta quasi 1200 posti, sta facendo. Ogni volta che si
entra in un luogo di cura, ha detto il Pontefice, il pensiero va al mistero della
malattia e del dolore, alla speranza di guarigione, al valore inestimabile della salute.
La Chiesa sempre ha considerato un privilegio stare vicino a chi soffre coltivando
un’attenzione preferenziale per i malati:
"Perché soffriamo? Può
ritenersi positiva l'esperienza del dolore? Chi ci può liberare dalla sofferenza e
dalla morte? Interrogativi esistenziali, che restano umanamente il più delle volte
senza risposta, dato che il soffrire costituisce un enigma imperscrutabile alla ragione.
La sofferenza fa parte del mistero stesso della persona umana".
La
sofferenza, infatti, ha detto citando l’Enciclica "Spe Salvi", deriva dalla nostra
finitezza, ma anche dalla massa di colpa che oggi cresce in modo inarrestabile. Eliminare
del tutto la sofferenza non è nelle nostre possibilità, perché nessuno di noi può
eliminare il potere del male, ha ricordato il Papa:
"Chi può eliminare
il potere del male è solo Dio. Proprio per il fatto che Gesù Cristo è venuto nel mondo
per rivelarci il disegno divino della nostra salvezza, la fede ci aiuta a penetrare
il senso di tutto l'umano e quindi anche del soffrire".
Questo senso
è dato dalla relazione fra la Croce di Cristo e il nostro dolore che si trasforma.
Padre Pio aveva intuito questa verità ed esortava gli ammalati a vivere l’amore di
Dio mediante l’accettazione del proprio dolore e ammoniva anche tutto il personale
ospedaliero a essere riserva d’amore che tanto più sarà abbondante in uno tanto più
si comunicherà agli altri. “Essere riserve d’amore”, questo il mandato di Padre Pio
ribadito da Benedetto XVI a quanti si occupano dei malati. E l’importanza dell’aiuto
spirituale che viene dato a Casa Sollievo della Sofferenza è stato sottolineato concretamente
da una donna, dipendente dell’ospedale e malata di cancro, che davanti al Papa ha
raccontato la sua toccante esperienza di fede. Ha parlato del calvario della chemioterapia
ma anche del sostegno della fede. Un pensiero particolare, ha detto Anna Daniele,
questo il suo nome, va a tutti coloro che hanno cura di noi, perché imparino che più
che le medicine possono l’amore e l’umanità.
E’ vero, ha concluso,
una diagnosi di cancro è terribile, fa paura, ma è più terribile non essere amico
di Dio, allontanarsi dal suo amore. Parole che toccano il cuore e rendono percepibile
ancora oggi la presenza dell’umile frate di Pietrelcina.
Anche
il direttore generale dell’Istituto, Domenico Crupi, ha espresso riconoscenza al Pontefice
per questa visita. “Ci dia forza - ha detto - per praticare ogni giorno, la centralità
della persona del malato, nella visione dell’antropologia cristiana, anteponendo questo
valore ai nostri egoismi e alle nostre umane ambizioni, a fuorvianti teorie scientifiche
ed economiche, onde non snaturare le finalità di questa Casa, strumento di amore e
di giustizia".