Conclusa la XV edizione del Premio Ilaria Alpi. Tre borse di studio a studenti immigrati
Si sono spenti ieri a Riccione, sulla Riviera romagnola, i riflettori sul premio giornalistico
dedicato alla reporter del Tg3 Ilaria Alpi, uccisa in Somalia insieme al suo operatori,
Miran Hrovatin, il 20 marzo 1994: un riconoscimento dedicato all’inchiesta televisiva
che negli anni ha acquistato un peso sempre maggiore nel mondo dell’informazione internazionale.
L’appuntamento è stato l’occasione non solo per fare il punto sullo stato di salute
del giornalismo in Italia, ma anche per riflettere sull’attualità, raccontata attraverso
le immagini dei reporter in gara. Nei tre giorni in cui si è sviluppata la kermesse,
si è parlato di libertà di stampa, crisi economica ed immigrazione, temi approfonditi
da presentazioni di libri, proiezioni di film, seminari, incontri e dibattiti. Ad
inaugurarlo, giovedì 18 giugno, l’ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, con la presentazione
del libro “Carte false - L’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: 15 anni senza
verità”, che affronta l’inchiesta non ancora chiusa sulla morte dei due giornalisti
italiani. Protagonista della seconda giornata, invece, il continente africano con
le storie dei giovani studenti immigrati dell’Associazione romana “Asinitas”: tre
di loro sono stati i fortunati vincitori di una borsa di studio biennale istituita
nell’edizione di quest’anno e finalizzata a percorsi di formazione interculturale.
Infine, “Voci fuori dal coro per continuare ad informare senza censura” è stato il
filo rosso della giornata conclusiva culminata nella serata di premiazione con la
consegna dei riconoscimenti dei vincitori delle 11 sezioni. Ospite di eccezione, Rheza
Saberi, padre di Roxana Saberi, la giornalista irano-americana recentemente finita
sulle pagine della cronaca internazionale per la sua incarcerazione con l’accusa di
spionaggio a favore degli Stati Uniti. Rheza ha ritirato il premio al posto della
figlia che lo ha dedicato alle migliaia di cittadini che in questi giorni in Iran
diventano cronisti grazie a Internet, raccontando gli scontri con le loro immagini
rubate per le strade di Teheran. Il professore iraniano ha dichiarato di essere orgoglioso
di sua figlia, che ha affrontato con coraggio quella situazione per un lavoro nobile,
ma spesso rischioso. (Da Riccione, Francesca Baldini)