2009-06-21 16:00:39

Conclusa la XV edizione del Premio Ilaria Alpi. Tre borse di studio a studenti immigrati


Si sono spenti ieri a Riccione, sulla Riviera romagnola, i riflettori sul premio giornalistico dedicato alla reporter del Tg3 Ilaria Alpi, uccisa in Somalia insieme al suo operatori, Miran Hrovatin, il 20 marzo 1994: un riconoscimento dedicato all’inchiesta televisiva che negli anni ha acquistato un peso sempre maggiore nel mondo dell’informazione internazionale. L’appuntamento è stato l’occasione non solo per fare il punto sullo stato di salute del giornalismo in Italia, ma anche per riflettere sull’attualità, raccontata attraverso le immagini dei reporter in gara. Nei tre giorni in cui si è sviluppata la kermesse, si è parlato di libertà di stampa, crisi economica ed immigrazione, temi approfonditi da presentazioni di libri, proiezioni di film, seminari, incontri e dibattiti. Ad inaugurarlo, giovedì 18 giugno, l’ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, con la presentazione del libro “Carte false - L’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin: 15 anni senza verità”, che affronta l’inchiesta non ancora chiusa sulla morte dei due giornalisti italiani. Protagonista della seconda giornata, invece, il continente africano con le storie dei giovani studenti immigrati dell’Associazione romana “Asinitas”: tre di loro sono stati i fortunati vincitori di una borsa di studio biennale istituita nell’edizione di quest’anno e finalizzata a percorsi di formazione interculturale. Infine, “Voci fuori dal coro per continuare ad informare senza censura” è stato il filo rosso della giornata conclusiva culminata nella serata di premiazione con la consegna dei riconoscimenti dei vincitori delle 11 sezioni. Ospite di eccezione, Rheza Saberi, padre di Roxana Saberi, la giornalista irano-americana recentemente finita sulle pagine della cronaca internazionale per la sua incarcerazione con l’accusa di spionaggio a favore degli Stati Uniti. Rheza ha ritirato il premio al posto della figlia che lo ha dedicato alle migliaia di cittadini che in questi giorni in Iran diventano cronisti grazie a Internet, raccontando gli scontri con le loro immagini rubate per le strade di Teheran. Il professore iraniano ha dichiarato di essere orgoglioso di sua figlia, che ha affrontato con coraggio quella situazione per un lavoro nobile, ma spesso rischioso. (Da Riccione, Francesca Baldini)RealAudioMP3







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