Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa 12.ma Domenica del Tempo Ordinario la Liturgia ci presenta il Vangelo della
tempesta sedata nel Lago di Tiberiade. Gesù invita ai suoi discepoli a passare all’altra
riva. Improvvisamente una grande tempesta di vento e le onde minacciano di far affondare
la barca, mentre il Signore dorme. Impauriti i discepoli svegliano il Maestro che
fa cessare il vento e le onde e dice:
«Perché avete paura? Non avete
ancora fede?».
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento
del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:
A chi sta
con Gesù, a chi vive nella fede e della fede, Gesù regolarmente chiede di «passare
all'altra riva». Noi preferiremmo restare nella terra ferma nella quale già ci troviamo.
Stare con Cristo significa non poter mai stare fermo in un punto, in un approdo comodo
e rassicurante per il fatto che presenta, tutto sommato, solo piccole incognite che
abbiamo ormai imparato a gestire. Don Andrea Santoro ripeteva spesso che vivere nella
fede significa partire. Nella traversata scoppia la tempesta e la tempesta è un'altra
condizione ordinaria del vivere cristiano. E nella tempesta i discepoli che erano
in barca con Gesù provano paura. Questa paura va a corrodere la base stessa della
loro fede. La paura e la fede non possono convivere. Chi è nella fede, chi confida
ed è affidato al Signore, non sa più che cosa sia la paura, non smarrisce mai il senso
del futuro che è dato dalla certezza della persistenza del bene. Chi è nella fede
crede più a Cristo che non alle onde e al vento che lo minacciano. Per entrare nella
paura bisogna prima necessariamente distogliere gli occhi dalla fede, da Gesù che
dorme, tranquillo, sul cuscino della nostra barca.