Dopo gli ennesimi attacchi di integralisti, il parlamento somalo chiede truppe straniere
Dopo i violenti attacchi degli integralisti islamici portati a termine nei giorni
scorsi, Il presidente del parlamento somalo ha esortato i Paesi vicini a “schierare
truppe in Somalia nelle prossime 24 ore”. Il capo dell’assemblea - rivolgendosi a
Kenya, Gibuti, l'Etiopia e Yemen - ha ammesso che il governo è stato indebolito dagli
insorti. L’appello arriva mentre sul terreno si registra un’escalation delle
violenze, iniziata il 7 maggio scorso con l’avvio dell’offensiva delle milizie islamiche.
Incertezza
sull’annunciata manifestazione dell’opposizione in Iran Il giorno seguente
il monito della guida spirituale iraniana, Alì Khamenei, a fermare ogni protesta contro
l’elezione di Ahmadinejad, prosegue il duro confronto postelettorale che sta infiammando
il Paese da una settimana. Al momento, è ancora "giallo" sulla marcia che l’opposizione
dovrebbe tenere nel pomeriggio, nonostante non sia stata autorizzata dal governo.
Inoltre, il Consiglio dei Guardiani ammette il riconteggio di un 10% delle schede.
Il servizio di Marco Guerra:
Le parole
di ieri dell’autorità suprema Khamenei dovevano sancire la fine di tutti disordini
postelettorali, ma per tutta la mattina Teheran ha atteso con il fiato sospeso la
manifestazione annunciata per il pomeriggio dall’opposizione. In queste ore, si sono
susseguite notizie contrastanti: gli organizzatori ufficiali, i religiosi moderati
dell'Associazione del clero combattente, hanno fatto sapere di avere revocato l'iniziativa,
temendo gravi scontri con le forze di sicurezza. Ma i sostenitori di Mussavi hanno
continuato a confermare la marcia. Fatto sta che centinaia di poliziotti presidiano
la piazza dove avrebbe dovuto tenersi la protesta proibita dal governo ed il capo
della polizia ha affermato che eventuali manifestanti “saranno affrontati con severità
e sottoposti ad un processo penale”. Intanto, il Consiglio dei Guardiani si è detto
pronto a ricontare solo “il 10 per cento dei voti” delle presidenziali, “scelti a
caso”. Una soluzione che lascia poche speranze ai due candidati riformisti, Mousavi
e Karroubi, che proprio stamane hanno disertato la convocazione dell’organismo che
sovrintende alla regolarità delle elezioni. Sale quindi l’attesa per il messaggio
che Mussavi pubblicherà sul proprio sito nelle prossime ore. Dichiarazione che dovrebbe
chiarire ai suoi sostenitori se bisogna continuare o no la protesta.
Pakistan Non
meglio identificati “commando di talebani pakistani” hanno attaccato due edifici scolastici
per ragazze in un'area montagnosa alla frontiera con l'Afghanistan, distruggendoli
con cariche esplosive. L'attentato contro i licei di Haji Long e a Raghan, nella problematica
regione tribale della Fata (al confine afghano-pakistano), non ha fortunatamente fatto
vittime perchè l'anno scolastico è terminato da giorni e quindi al momento delle esplosioni
le aule erano deserte. Comunque, con le due prese di mira in queste ultime ore, le
scuole distrutte dai fondamentalisti islamici in un anno, per lo più femminili, sono
49 nella sola area tribale di Bajaur e 140 nella Valle dello Swat. Secondo fonti ONU,
nel 2008 avevano distrutto distrutto circa 200 scuole nelle zone del Pakistan dove
la loro influenza è maggiore.
Afghanistan Non si fermano le violenze
in Afghanistan, dove sei persone di una stessa famiglia sono state uccise dall'esplosione
di una bomba, nell'est del Paese. Vittime anche tra le truppe straniere: ieri, in
due distinti attentati, hanno perso la vita tre soldati della Nato. In tutto il territorio
proseguono anche le operazioni contro i talebani. Nelle ultime 24 ore, sono stati
uccisi almeno 50 miliziani integralisti. Intanto, gli Stati Uniti hanno riconosciuto
alcuni errori nei raid aerei su Farah, nell'Afghanistan nordoccidentale, avvenuti
il 4 maggio scorso con conseguente perdite di vite umane tra i civili. Il rapporto
ufficiale rilasciato dal Pentagono registra l’uccisione in tre successivi bombardamenti
di 104 persone: 26 civili e 78 talebani. E non si esclude che il numero dei morti
"possa essere stato più alto". Diverse le stime del governo di Kabul, secondo il quale
furono 140 le vittime, tra cui donne e bambini.
Iraq, almeno 20 persone
uccise nei pressi di una moschea Un camion riempito di esplosivo è stato fatto
saltare in aria ad una trentina di chilometri dalla città di Kirkuk, nell'Iraq settentrionale,
nei pressi di una moschea. Lo hanno reso noto fonti di polizia e del Ministero dell'interno
iracheno, precisando che i morti sono almeno 20 e più di 80 i feriti. L'attentato
è stato compiuto vicino alla moschea sciita nella località di Taza, a sud di Kirkuk.
“Il luogo di culto - hanno detto al Ministero dell'interno - è pesantemente danneggiato,
così come una decina di abitazioni nelle vicinanze”. E resta avvolta nel mistero l’uccisione
dell’allenatore della squadra nazionale irachena di karate, Izzat Abdullah, avvenuta
ieri, nel quartiere orientale di al Zuhur. L’uomo è stato ucciso in un agguato a Mossul,
a circa 400 km a Nord di Baghdad, da un gruppo di persone armate, che non sono state
ancora identificate.
Libano: prima seduta per il nuovo parlamento il 23
giugno prossimo La nuova assemblea parlamentare libanese terrà la sua prima
seduta il 23 giugno prossimo per eleggere il proprio presidente. Sarà Nabih Berri
che ricopre l’incarico per la quinta volta consecutiva. Il nuovo parlamento, che resta
in carica per quattro anni, è formato da 64 deputati cristiani e 64 musulmani. Berri
è uno dei più importanti leader della comunità sciita, cui, in base al sistema politico
libanese, viene assegnata la carica di presidente del parlamento. Dopo l'elezione
di Berri, il presidente della Repubblica, Michel Suleiman, avvierà le consultazioni
con i parlamentari per individuare il nome del prossimo premier, che deve essere sunnita.
Secondo fonti autorevoli sarà Saad Hariri, leader della coalizione "14 Marzo" che
ha vinto le elezioni. Il nuovo parlamento, dopo l’elezione presidenziale, procederà
al voto di fiducia per il prossimo primo ministro.
Atene chiede appoggio
per riavere i marmi del Partenone Il governo greco ha rivolto un appello al
mondo affinché sostenga la richiesta di Atene di riavere i Marmi del Partenone di
Atene custoditi al British Museum. Ce ne parla Anna Villani:
Erano
stati sottratti nell'Ottocento dall'ambasciatore inglese, Lord Elgin, ma il ministro
della Cultura, Antonis Samaras, intende riportarli nella capitale dal Museo britannico.
Parlando con i giornalisti, in occasione dell’inaugurazione avvenuta oggi del Nuovo
Museo dell’Acropoli di Atene, Samaras si è rivolto a tutti coloro che “nel mondo credono
nei valori e nelle idee” nate nell’Antica Grecia. Al “Gioiello” dell'architettura,
come lo ha definito Samaras, mancano solo i preziosi Marmi tra i capolavori che testimoniano,
ha aggiunto il ministro, “una delle più alte aspirazioni estetiche nella storia dell'umanità”.
“Aspirazioni", ha aggiunto, manifestatesi quando “alle pendici dell'Acropoli sorse
una coraggiosa nuova idea radicale”, a testimoniare che le società “funzionano meglio
se tutti i cittadini sono eguali e liberi di determinare le proprie vite e di partecipare
alla conduzione dello Stato: in una parola sorse una nuova idea che significa democrazia”.
Nel Nuovo Museo dell’Acropoli ateniese si potranno ammirare i resti archeologici della
città di Platone e Socrate e alcune parti del Fregio del Partenone. I visitatori potranno
muoversi tra gli oltre 14 mila metri quadri di spazi espositivi, dieci volte più grandi
del vecchio museo. Costruito in otto anni su progetto dell'architetto svizzero-americano,
Bernard Tschumi, il Nuovo Museo ha aperto le porte oggi agli appassionati di una civiltà
che ha gettato le basi per il futuro della filosofia e della cultura.
Domani
in Italia si vota per il referendum e per alcuni ballottaggi amministrativi Vigilia
di consultazioni in Italia. Domani e lunedì, si vota per i referendum sulla legge
elettorale e per i ballottaggi di alcune importanti amministrazioni locali. Due quesiti
referendari chiedono che alla Camera e al Senato il premio di maggioranza venga attribuito
alla lista più votata e non più alla coalizione. Obiettivo dichiarato dei referendari
è quello di semplificare il sistema politico italiano mediante un bipartitismo che
rafforzi i governi. Contrarie, infatti, le formazioni politiche minori che vedono
invece un rischio per la rappresentatività democratica. Il servizio di Giampiero
Guadagni:
Sono tre
i quesiti referendari proposti dal comitato presieduto da Mario Segni e Giovanni Guzzetta.
Il primo propone l’abrogazione per la Camera del premio di maggioranza alla coalizione,
che in caso di vittoria dei sì, verrebbe attribuito alla lista vincente. Analogo il
secondo quesito, che riguarda però il Senato, e chiede di trasferire i premi di maggioranza
regionali ai partiti più votati in ogni singola regione. Il terzo quesito vuole abrogare
le candidature multiple, sia alla Camera sia al Senato: se passerà, nessun candidato
potrà dunque presentarsi in più di una circoscrizione. Il primo scoglio da superare
sarà quello del quorum - la soglia del 50% più uno dei votanti, necessaria
perché la consultazione sia valida. Il Pdl lascia libertà di scelta, il premier Berlusconi
ha annunciato il suo personale si senza fare campagna elettorale. Nel Pd la posizione
ufficiale è per il "sì", ma con molti dissensi. Dirà "no" l’Italia dei Valori, mentre
Lega e Udc - fortemente contrari al referendum - sono per l’astensione.
Consiglio
Europeo A chiusura del vertice europeo a Bruxelles, per quanto riguarda la
nomina dl presidente dell’Europarlamento, sembra in vantaggio la candidatura del polacco
Buzek rispetto all’italiano Mario Mauro. Al candidato polacco ha espresso il suo appoggio
il presidente francese, Sarkozy. Sulla scelta del candidato popolare il Ppe voterà,
salvo sorprese dell'ultim'ora, il prossimo 7 luglio a Bruxelles. Intanto, sono state
sciolte le garanzie giuridiche da offrire all'Irlanda in vista del nuovo referendum
sul Trattato di Lisbona, che si terrà all’inizio di ottobre.
In due anni
raddoppiata la mortalità infantile a New Delhi Il numero dei bambini che muore
entro il primo anno di vita è raddoppiato a New Delhi negli ultimi due anni. Secondo
dati resi noti da una ricerca del governo di Delhi, nel periodo 2008-2009 il tasso
di mortalità infantile - per quanto riguarda la fascia di età da zero ad un anno -
è stato di 25,4 decessi ogni 1.000 bambini, a fronte di un tasso del 12,9 nel 2006
e del 18,1 nel 2005. Un dato, quello della capitale, comunque più basso rispetto a
quello della media nazionale, intorno a 55 decessi ogni 1000 bambini. Il numero elevato
di figli in famiglie indigenti e l’aumento del fenomeno migratorio di popolazioni
con scarso accesso all'assistenza sanitaria sono tra i motivi del doloroso incremento.
Intanto, per quanto riguarda l’India i servizi meteorologici indiani hanno confermato
che nelle prime tre settimane di giugno è stata registrata una diminuzione del 45%
delle piogge che normalmente accompagnano il transito dei monsoni in questa stagione
ed il fenomeno allarma il governo. Il primo ministro Manmohan Singh in persona ha
ammesso che il monsone, “in ritardo ed indebolito”, è causa di preoccupazione perchè
potrebbe rovinare l'annata agricola e rendere fra l'altro più difficile il mantenimento
di promesse fatte dal Partito del Congresso durante la recente vittoriosa campagna
elettorale. In particolare, la coalizione Alleanza progressista unita (Upa), guidata
dal Congresso, ha promesso la distribuzione alle famiglie in estrema povertà di 25
chili di riso al mese al prezzo unitario di tre rupie (0,044 euro).
Nepal:
proteste per l’arrivo del sottosegretario indiano L’arrivo del sottosegretario
di Stato agli Esteri indiano, Shivshankar Menon, è stato accompagnata all'aeroporto
di Kathmandu da accese proteste. Quattro persone sono state arrestate. Le rimostranze
sono legate alla presunta occupazione, da parte indiana, del territorio di Susta,
un villaggio che si trova nel distretto di Nawalparasi, sul confine indo-nepalese.
Il governo indiano ha fatto sapere che tutte le dispute tra i due Stati sono state
già risolte, eccetto che per Susta e per Kalapani, un'altra zona al confine tra India,
Nepal e Cina. La visita di due giorni in Nepal del sottosegretario indiano mira a
rafforzare i rapporti fra i due governi. (Panoramica internazionale a cura di Fausta
Speranza e Anna Villani)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 171
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del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.