Vigilia di consultazioni in Italia. Domani e lunedì, si vota per i referendum sulla
legge elettorale e per i ballottaggi di alcune importanti amministrazioni locali.
Due quesiti referendari chiedono che alla Camera e al Senato il premio di maggioranza
venga attribuito alla lista più votata e non più alla coalizione. Obiettivo dichiarato
dei referendari è quello di semplificare il sistema politico italiano mediante un
bipartitismo che rafforzi i governi. Contrarie, infatti, le formazioni politiche minori
che vedono invece un rischio per la rappresentatività democratica. Il servizio di
Giampiero Guadagni:
Sono tre i quesiti
referendari proposti dal comitato presieduto da Mario Segni e Giovanni Guzzetta. Il
primo propone l’abrogazione per la Camera del premio di maggioranza alla coalizione,
che in caso di vittoria dei sì, verrebbe attribuito alla lista vincente. Analogo il
secondo quesito, che riguarda però il Senato, e chiede di trasferire i premi di maggioranza
regionali ai partiti più votati in ogni singola regione. Il terzo quesito vuole abrogare
le candidature multiple, sia alla Camera sia al Senato: se passerà, nessun candidato
potrà dunque presentarsi in più di una circoscrizione. Il primo scoglio da superare
sarà quello del quorum - la soglia del 50% più uno dei votanti, necessaria perché
la consultazione sia valida. Il Pdl lascia libertà di scelta, il premier Berlusconi
ha annunciato il suo personale si senza fare campagna elettorale. Nel Pd la posizione
ufficiale è per il "sì", ma con molti dissensi. Dirà "no" l’Italia dei Valori, mentre
Lega e Udc - fortemente contrari al referendum - sono per l’astensione.