2009-06-19 16:13:29

India: intervento del cardinale Gracias sull'Anno Sacerdotale


In occasione dell’inizio dell’Anno Sacerdotale, il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana, sottolinea in un’intervista rilasciata all’agenzia AsiaNews l’importanza ed il valore di questa iniziativa per la Chiesa del Paese asiatica. Il porporato, che ha inaugurato l’Anno Sacerdotale con una solenne celebrazione alla Casa del clero di Bandra dove sono ospitati i sacerdoti anziani di Mumbai, ricorda che l’India è un Paese di grande tradizione religiosa in cui i sacerdoti sono riconosciuti e rispettati come uomini di preghiera e personalità spirituali. “Uomini che hanno dedicato la loro vita a Dio e persone che danno testimonianza con la loro stessa vita e vivono i valori del Vangelo”. In India – spiega il porporato – “i sacerdoti spendono la loro vita per gli altri e per noi le vocazioni al sacerdozio sono una grazia enorme”. “Dio – aggiunge il cardinale Oswald Gracias - ha benedetto l’India e la Chiesa cattolica indiana con molte vocazioni che condivide con il resto del mondo. I nostri preti vanno in tutto il mondo e amministrano i sacramenti a tutto il popolo di Dio servendo la Chiesa universale attraverso vari ministeri e offrendo il loro contributo alla vita spirituale di tante persone”. Quest’anno dedicato al sacerdozio – osserva l’arcivescovo di Mumbai - è un dono perché “offre l’occasione alla Chiesa di approfondire la formazione dei preti, accrescere la loro spiritualità e la loro dedizione al servizio, rafforzare le loro umanità e renderli ancor più efficaci nel loro ministero”. In India – osserva il cardinale - i sacerdoti sono chiamati a rispondere a molte sfide: “La popolazione guarda loro non solo come a delle guide spirituali, ma come ad un aiuto nell’ambito sociale, educativo, sanitario. Sono uomini che si pongono al servizio di altri uomini perché sono al servizio di Dio”. Ma in molte zone dell’India i preti sono anche oggetto di pressioni e violenze per la loro missione di sostegno e sviluppo dei più emarginati e delle fasce più misere della società. “Lavorano duramente e gratuitamente – afferma il cardinale - per i più poveri dei poveri, i dalit e i tribali, sostenendoli attraverso l’educazione, infondendo in loro fiducia, riconoscendo e affermando la loro di dignità umana”. “Bisogna riconoscere con tristezza che questa opera irrita alcuni esponenti delle caste più elevate perché non possono più sfruttare e soggiogare queste persone che vivono nelle fasce più basse della società”. “Seguendo i passi di Gesù Cristo sacerdote – conclude il porporato - i preti in India abbattono le barriere sociali e incoraggiano i nostri poveri, i tribali ed i dalit a vivere fiduciosi in sé stessi e con dignità: abbiamo visto tutti che le ragioni delle persecuzioni dei sacerdoti cattolici in India nascono da questo loro carisma che sconfigge le ingiustizie sociali. La missione di Cristo è di liberare l’uomo e la Chiesa in India porta con sé questa benedizione”. (A.L.)







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