2009-06-19 08:09:47

In Somalia uccise 50 persone in un attentato, tra le quali il ministro della Sicurezza


Nuova strage in Somalia. Un attacco kamikaze ha colpito ieri un albergo nella città di Beledwein, 300 km a nord della capitale Mogadiscio, uccidendo almeno 50 persone, tra le quali il ministro somalo per la Sicurezza, Omar Hashi Aden. Vi sarebbero anche oltre 100 feriti. Il gravissimo episodio, condannato fermamente dal responsabile degli Esteri dell’Unione Europea, Javier Solana, si inserisce nel clima di forte tensione armata tra i ribelli islamici e le truppe governative. Ci riferisce Giulio Albanese: RealAudioMP3

Sugli ultimi fatti di violenza nel Paese del Corno d’Africa, Linda Giannattasio ha raccolto il commento di Enrico Casale, africanista della rivista dei Gesuiti “Popoli”:RealAudioMP3

R. – L’attacco di ieri delle forze islamiche fa parte di un’offensiva che gli shebab – l’equivalente somalo dei talebani, cioè delle milizie islamiche fondamentaliste – stanno portando, da qualche tempo, al governo di unità nazionale un tentativo di prendere il controllo dell’ex colonia italiana. Quest’offensiva si collega ai rapimenti che ci sono stati nello Yemen qualche giorno fa, e l’offensiva delle truppe pakistane nelle roccaforti dei miliziani di Al Qaida in Pakistan che c’è stata nelle settimane scorse.

D. – Quale sarà la risposta del governo; il governo riuscirà a riprendere il potere?

R. – Certamente il governo sta contrastando queste milizie islamiche anche con l’appoggio dei circa 3 mila militari della missione di pace dell’Unione Africana in Somalia; le milizie di Al Qaida stanno cercando nuovi territori di appoggio, dopo che son state scacciate o son state molto ridimensionate nelle valli del Pakistan. Si dice che l’obiettivo sia quello di prendere, attraverso gli shebab, il controllo della Somalia o di parti dello Yemen per ricreare quell’ambiente che avevano creato in Pakistan.

D. – Secondo stime Onu, sono circa 250 le persone rimaste uccise da maggio in questi scontri; qual è la condizione della popolazione?

R. – Da quasi 18 anni la popolazione somala vive in condizioni difficilissime, senza un’autorità centrale, vessata dalle milizie dei signori locali; molti giovani, non avendo alternative, si arruolano in queste milizie, tra i fondamentalisti, che rappresentano l’unica possibilità di una qualche attività remunerata per questa gente che è allo stremo.

D. – Quali sono gli scenari futuri?

R. – Se il governo riuscirà, nella controffensiva, a riprendere il potere, potrebbe – grazie all’appoggio della Comunità Internazionale – ripristinare un minimo di autorità statale su quella che era la vecchia Somalia italiana. Viceversa, se dovesse soccombere, potrebbe ricrearsi quel governo fondamentalista governato dalle Corti islamiche; allora si affermerebbe un regime durissimo, non molto dissimile da quello che ha governato l’Afghanistan.







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