La Chiesa boliviana avvia il rinnovamento pastorale
Padre Eugenio Scarpellini, segretario aggiunto dell’episcopato boliviano ha presentato
ieri le principali caratteristiche dell’importante processo di ristrutturazione pastorale
avviato dalla Chiesa dopo tre anni di preparazione. Si tratta, secondo quanto ha detto
padre Scarpellini, di dare risposte a due necessità degli ultimi tempi: da un lato
adeguare le diverse istanze pastorali della chiesa boliviana a alle strutture e modalità
di lavoro del Celam (Consiglio episcopale latinoamericano) che, in quanto organismo
di coordinamento ecclesiale regionale, ha acquistato esperienza e autorevolezza e,
d’altro rispondere alle sollecitazioni della Conferenza di Aparecida che, nel maggio
2007, sotto l’esortazione di Benedetto XVI ha chiamato ad un profondo rinnovamento
pastorale; rinnovamento inteso non solo come nuovo slancio di spirito e ardore, ma
anche delle strutture, a cominciare dalle parrocchie, per essere così in grado di
porre l’intera comunità ecclesiale in uno stato permanente di missione. Infatti, la
Missione continentale in corso appare per tutte le chiese particolari dell’America
Latina il principale orizzonte e la prima priorità affinché ogni battezzato scopra
la sua missione in quanto figlio di Dio. Questa ristrutturazione ha come scopo anche
quello di consolidare l’idea della pastorale d’insieme, organica, per consentire l’accrescimento
delle sinergie fra tutte le circoscrizioni ecclesiastiche e il loro rapporto con la
medesima conferenza episcopale. Oggi, secondo padre Scarpellini, cominciano i lavori
seguendo il piano approvato dai vescovi lo scorso aprile, a partire da tre aree molto
precise: quella dell’evangelizzazione (liturgia, dialogo ecumenico, cultura, catechesi);
quella della comunione ecclesiale (famiglia, giovani, clero, movimenti apostolici)
e, infine, quella concernente la promozione umana (educazione, mobilità umana, pastorale
carceraria, esclusine e povertà). Padre Scarpellini ha informato che si è registrato
un importante passo che dimostra la profondità e serietà del lavoro: tutti i segretari
esecutivi delle diocesi hanno presentato le loro dimissioni e, i vescovi, si sono
dati un mese di tempo per procedere alle nuove nomine confermando i precedenti responsabili
oppure assegnato i compiti a nuovi collaboratori. I nuovi tempi, le nuove sfide e
le nuove insidie e pericoli, non possono più essere affrontati con la vecchia struttura
degli anni ’80. Adesso, afferma padre Scarpellini, occorre dare risposte tempestive
e culturalmente rinnovate nella fedeltà alle verità del “Cristo di ieri, oggi e sempre”
e perciò il processo di ristrutturazione “comporterà anche profonde e importanti riflessioni
pastorali e teologiche in comunione con i pastori”. (L.B.)