2009-06-18 14:47:09

Decine di morti in Somalia: ucciso il ministro della Sicurezza


Ancora violenza in Somalia: il ministro della Sicurezza interna, Omar Hashi, è rimasto ucciso questa mattina nell'attentato kamikaze contro un hotel della cittadina di Baladweyn, nella regione centrale al confine con l'Etiopia. Nell'attacco sono morte almeno altre ventiquattro persone. E 10 civili hanno perso la vita, ieri sera, in una moschea di Mogadiscio per un colpo di mortaio che ha raggiunto l’edificio. Il razzo ha colpito la moschea al termine di una giornata di scontri fra milizie islamiche e forze governative, che hanno causato 20 morti. Sugli ultimi fatti di violenza nel Paese del Corno d’Africa, Linda Giannattasio ha raccolto il commento di Enrico Casale, africanista della rivista dei Gesuiti “Popoli”:RealAudioMP3

R. – L’attacco di ieri delle forze islamiche fa parte di un’offensiva che gli shebab – l’equivalente somalo dei talebani, cioè delle milizie islamiche fondamentaliste – stanno portando, da qualche tempo, al governo di unità nazionale un tentativo di prendere il controllo dell’ex colonia italiana. Quest’offensiva si collega ai rapimenti che ci sono stati nello Yemen qualche giorno fa, e l’offensiva delle truppe pakistane nelle roccaforti dei miliziani di Al Qaida in Pakistan che c’è stata nelle settimane scorse.

 
D. – Quale sarà la risposta del governo; il governo riuscirà a riprendere il potere?

 
R. – Certamente il governo sta contrastando queste milizie islamiche anche con l’appoggio dei circa 3 mila militari della missione di pace dell’Unione Africana in Somalia; le milizie di Al Qaida stanno cercando nuovi territori di appoggio, dopo che son state scacciate o son state molto ridimensionate nelle valli del Pakistan. Si dice che l’obiettivo sia quello di prendere, attraverso gli shebab, il controllo della Somalia o di parti dello Yemen per ricreare quell’ambiente che avevano creato in Pakistan.

 
D. – Secondo stime Onu, sono circa 250 le persone rimaste uccise da maggio in questi scontri; qual è la condizione della popolazione?

 
R. – Da quasi 18 anni la popolazione somala vive in condizioni difficilissime, senza un’autorità centrale, vessata dalle milizie dei signori locali; molti giovani, non avendo alternative, si arruolano in queste milizie, tra i fondamentalisti, che rappresentano l’unica possibilità di una qualche attività remunerata per questa gente che è allo stremo.

 
D. – Quali sono gli scenari futuri?

 
R. – Se il governo riuscirà, nella controffensiva, a riprendere il potere, potrebbe – grazie all’appoggio della Comunità Internazionale – ripristinare un minimo di autorità statale su quella che era la vecchia Somalia italiana. Viceversa, se dovesse soccombere, potrebbe ricrearsi quel governo fondamentalista governato dalle Corti islamiche; allora si affermerebbe un regime durissimo, non molto dissimile da quello che ha governato l’Afghanistan.







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