Comboniani: campagna di diffamazione contro un missionario in Kenya
“La direzione generale dei missionari Comboniani esprime dolore per le notizie apparse
sui media kenyani riguardanti il confratello, padre Renato Kizito Sesana. Avendo avuto
modo in questi anni di apprezzarne la grande dedizione missionaria, la suddetta direzione
dichiara la sua vicinanza fraterna a padre Kizito in questo momento di prova. Al contempo,
confida nella correttezza delle procedure giudiziarie volte ad accertare la verità
dei fatti nel pieno rispetto dei diritti della persona”: questo il testo della nota
diffusa oggi dal Superiore generale dei missionari Comboniani, padre Teresino Serra,
in cui si esprime vicinanza al confratello italiano padre Renato ‘Kizito’ Sesana per
accuse che gli sono state rivolte di recente in Kenya. La vicenda – riferisce l’agenzia
Misna - viene così ricostruita in un comunicato dell’associazione “Amani”: “Da alcuni
mesi è in atto una campagna di diffamazione nei confronti del missionario comboniano
padre Renato Kizito Sesana, iniziata con mail anonime che lo accusano di abusi sessuali
su minori. Amani, che in lingua kiswahili significa “pace” è un'associazione laica
che ha iniziato la sua attività nei primi mesi del 1995, insieme a padre Kizito Sesana.
Inoltre è una Organizzazione non governativa (Ong) riconosciuta dal Ministero degli
Affari Esteri. L'impegno di Amani e Padre Kizito a favore delle popolazioni africane
è rivolto in particolare alla cura, all’educazione e alla crescita dei bambini più
soli in Kenya, Zambia e Sudan. Renato Kizito Sesana è dal 1977 che vive e lavora in
Africa, dapprima in Zambia, dove dà vita a Koinonia, (che poi crescerà anche in Kenya
e in Sudan), una comunità che opera per accogliere i bambini di strada. Grazie all’opera
di padre Kizito sono sorti a Nairobi quattro centri di accoglienza per ex-bambini
di strada e due centri di prima accoglienza. Padre Kizito, assente dal Kenya da inizio
gennaio, è rientrato lunedì 15 giugno perché, informato di cosa stava accadendo, ha
deciso di affrontare apertamente le accuse. Ha rilasciato una prima dichiarazione,
martedì scorso, in cui afferma: “Permettetemi di essere chiaro. Non ho abusato di
nessun bambino. Sono pronto ad affrontare chiunque possa provare il contrario”. Ancora
prima di queste dichiarazioni, Padre Kizito, appena rientrato a Nairobi, ha depositato
un'ampia e dettagliata ricostruzione dei fatti e delle minacce ricevute nei mesi precedenti,
sporgendo denuncia all'ufficio del Cid (Criminal investigation division) di Nairobi.
Tra i vari episodi denunciati, è stata depositata anche una dichiarazione giurata
di un ragazzo che afferma che gli è stata offerta un'importante somma di denaro per
accusare il Padre di abusi di natura sessuale e che al suo rifiuto è stato minacciato.
Ci sono altre persone pronte a testimoniare alla polizia di aver subito tentativi
di corruzione e minacce con lo scopo di convincerli a dichiarare il falso. Nonostante
la difficile situazione, la vita all'interno dei centri e case di accoglienza prosegue
con lo svolgersi regolare delle attività educative, grazie al lavoro e alla cura costante
di tutti gli operatori". (R.P.)