2009-06-18 15:16:29

Africa: per l'acquisizione delle terre l’Onu chiede regole chiare


Il rapido e costante aumento dell’acquisizione e della locazione delle terre agricole nei paesi del Sud del mondo, accelerato dalla crisi alimentare del 2008, preoccupa le Nazioni Unite. Olivier De Schutter, relatore speciale dell’Onu per il diritto all’alimentazione ritiene sia giunto il momento opportuno affinché nell’agenda agricola del G8 di luglio trovi spazio un fenomeno, denominato anche ‘land grabbing’, che vede sempre più coinvolti i paesi sviluppati e i fondi di investimento con un obiettivo ‘privilegiato’: l’Africa. Secondo alcune stime in circolazione, si legge in un articolo del quotidiano francese ‘Le Monde’, negli ultimi tre anni una porzione equivalente alle terre coltivabili del paese transalpino – da 15 a 20 milioni di ettari – è stata oggetto di transazioni, principalmente nel Continente africano: Repubblica popolare cinese, Corea del Sud, Emirati arabi, Arabia saudita ed Egitto figurano tra i principali acquirenti; alcuni esperti stimano che da qui al 2030 occorrerà ‘trovare’ 120 milioni di ettari di terra supplementare per soddisfare la crescente domanda di prodotti alimentari. “Questi investimenti possono rappresentare una possibilità di sviluppo, creare infrastrutture e lavoro, consentire agli agricoltori di accedere alla tecnologia e ai crediti” ha osservato De Schutter; “Ma – ha aggiunto - possono allo stesso tempo comportare effetti negativi e minacciare sia il diritto all’alimentazione che altri diritti delle popolazioni interessate. Occorrono perciò regole negoziate, in mancanza delle quali i coltivatori sono e saranno espulsi e privati dell’accesso a risorse indispensabili per la loro sopravvivenza”. Il paradosso, secondo il relatore speciale dell’Onu, è che tra le persone più esposte alla crisi alimentare figurano 500 milioni di persone da cui dipende in gran parte il futuro del pianeta, i lavoratori del settore agricolo, e “assicurare loro una protezione adeguata costituirebbe un contributo fondamentale”. De Schutter ha rilevato anche la necessità che gli investimenti siano mirati a progetti con ampio utilizzo di manodopera locale, basati sullo sviluppo sostenibile e nel rispetto dell’ambiente; alle popolazioni locali dovrebbe inoltre essere garantita parte dei raccolti. “Solo un approccio multilaterale – ha detto infine il relatore dell’Onu – consentirà di evitare la concorrenza fra i paesi poveri, desiderosi di attrarre capitali”. (M.G.)







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