Filippine: appello dei vescovi contro il lavoro minorile
Un’azione coordinata tra Chiesa, governo ed operatori sociali per porre fine alla
terribile piaga del lavoro minorile. È quanto chiede mons. Deogracias Iñiguez, vescovo
di Caloocan e presidente della Commissione per gli Affari pubblici della Conferenza
episcopale cattolica delle Filippine (CBCP). Ribadendo la necessità di un impegno
concertato “che aiuti l’opinione pubblica a sensibilizzarsi su questo problema”, il
presule afferma: “Quella che abbiamo davanti è una vera sfida e dobbiamo lavorare
fianco a fianco, perché non possiamo risolvere il problema se restiamo divisi”. Di
qui, l’appello alle autorità civili e politiche perché trovino una soluzione per allontanare
i bambini dal mondo del lavoro e riportarli nelle scuole. Da ricordare che, secondo
gli ultimi dati dell’Ufficio nazionale statistico filippino, attualmente nel Paese
sono circa 4 milioni i bambini che lavorano, con un’età compresa tra i 5 e i 17 anni.
Più della metà di essi vengono impiegati nel lavoro nero o a rischio ed il 30% non
ha alcuna scolarizzazione. Inoltre, nel rapporto 2007 dell’Organizzazione Mondiale
del Lavoro, si sottolinea l’allarmante declino della partecipazione scolastica: tra
il 2000 ed il 2001 i dati parlavano di un 6,7%, mentre tra il 2006 ed il 2007 la percentuale
sfiorava l’83,22%. Per di più, a causa dell’attuale crisi economica, c’è il rischio
che il numero degli abbandoni scolastici aumenti ancora, come afferma Julius Cainglet,
membro della Federation of Free Workers’ Information, una sorta di sindacato delle
Filippine: “La crisi economica nel Paese aggiunge sempre più bambini ai 4 milioni
che sono già al lavoro, invece di andare a scuola”. (I.P.)