Violenze post-voto in Iran, si pensa a riconteggio dei voti
Sempre alta l’attenzione della comunità internazionale sullo scontro di poteri in
corso in Iran dopo le elezioni che hanno visto l’affermazione del presidente Mahmud
Ahmadinejad contro il leader dell’opposizione Mir Hossein Moussavi, che contesta l’esito
del voto. Le violente manifestazioni di piazza tra opposte fazioni, che si svolgono
giornalmente a Teheran, hanno causato numerose vittime. E anche oggi scendono in
piazza i sostenitori del capo dello Stato. Nel tentativo di riportare la calma, il
Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione, il più importante organo legislativo del
Paese e massima autorità sulle questioni elettorali, ha annunciato oggi che le schede
verranno ricontate. Sulla situazione che l’Iran sta vivendo, Giancarlo La Vella
ha raccolto il commento di Nariman, presidente dell’Associazione medici italo-iraniani:
R. – Oggigiorno
vediamo che c’è questa grande lotta di potere tra i riformisti Moussavi, Khatami e
Rafsanjani e, dall’altra parte, Ahmadinejad, che esegue tutte le direttive della guida
spirituale Alì Khamenei. La lettura di quanto sta avvenendo è che gli iraniani non
stanno manifestando a favore dell’una o dell’altra parte, ma sono contro la totalità
del regime. In Iran le elezioni non hanno rappresentato realmente la volontà popolare:
i quattro candidati rimasti in gioco fino alla fine sono tutti espressione dell’apparato
che hanno giurato fedeltà a Khamenei. D. – Quali sono i dati
reali della protesta che sta avvenendo in Iran? R. – C’è una
volontà di ridimensionare la protesta popolare di questi giorni e ingigantire i consensi
del regime iraniano; per esempio, l’affluenza alle urne: si parlava del 90% degli
iraniani aventi diritto che è andata a votare, ma la realtà è che l’80% della popolazione
ha disertato i seggi e molti hanno messo nelle urne la scheda in bianco. Ieri pomeriggio,
poi, ho parlato con altri ragazzi che erano per le strade di Teheran: alle due di
pomeriggio c’erano circa due milioni di persone in piazza; dopo un paio d’ore la folla
aveva raggiunto la cifra di quattro milioni, mentre l’informazione ha parlato solo
di un milione di persone. Questo vuol dire che c’è la volontà di ridimensionare, effettivamente,
quello che sta succedendo in Iran.