2009-06-16 14:16:52

Il cardinale Tauran al ritorno dall'incontro interreligioso di Bombay: nuovo inizio nei rapporti tra cattolicesimo e induismo


"Aperto un nuovo capitolo nelle relazioni tra il cattolicesimo e l’induismo" è questa la convinzione maturata dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, al ritorno del suo recente viaggio in India. Il porporato era già stato nel Paese una prima volta nel 2008, qualche settimana prima dell’ondata di violenze contro i cristiani dello Stato di Orissa. Proprio per conoscere l’origine delle tali violenze, il cardinale Tauran aveva sollecitato un incontro ad alto livello tra leader religiosi indù e cattolici. La riunione a porte chiuse si è svolta lo scorso 12 giugno a Bombay. Il porporato ne parla al microfono di Hélène Destombes, della nostra redazione francese:RealAudioMP3

R. - Ce que j’ai constaté c’est qu’il y a une grande difficulté pour nos amis hindous…
Ho potuto constatare che per i nostri amici indù è molto difficile comprendere la differenza tra un cattolico, un battista, un pentecostale… Bisogna sottolineare che spesso i nostri amici indù rimproverano ai cristiani - mettendoli tutti nello stesso "calderone", per così dire - il proselitismo, la costruzione di chiese. C’è una regione nella quale sono in costruzione 160 chiese: è evidente che non si tratta di chiese cattoliche, sono edifici di sette protestanti. Ho dovuto quindi spiegare ad uno dei maggiori capi religiosi indù la differenza che intercorre tra un cattolico ed un protestante, e devo confessare che non aveva le idee molto chiare in proposito.

 
D. - I capi che ha potuto incontrare le hanno detto che c’è una presenza via via più importante delle comunità evangeliche nel Paese?

 
R. - Oui, effectivement j’ai l’impression qu’ils sont très préoccupés par cette invasion…
Sì, in realtà ho l’impressione che siano abbastanza preoccupati da questa “invasione” della quale noi paghiamo un po’ le conseguenze. Ma penso che il nostro incontro abbia avuto il grande vantaggio di portare importanti chiarimenti e ci ha consentito di fare un po’ il punto e soprattutto di sentirci dire che gli indù non hanno nulla contro i cattolici. Poi, abbiamo parlato anche della questione delle conversioni, perché abbiamo tenuto a ribadire costantemente che per la Chiesa cattolica la conversione forzata non ha alcun valore. Penso di poter dire che questo incontro abbia aperto un nuovo capitolo nelle relazioni tra il cattolicesimo e l’induismo: più che di una riunione, si è trattato di un inizio, di una conversazione tra amici che - secondo me - porterà frutti.

 
D. - I leader indù che lei ha incontrato hanno veramente condannato le azioni violente dei fondamentalisti indù?

 
R. - Ils ont dit: nous ne nous reconnaissons pas dans ces attaques …
Hanno detto: noi non ci riconosciamo in queste aggressioni, perché questa non è l’India. Noi siamo un popolo pacifico, tollerante. Hanno condiviso la nostra preoccupazione di fronte alle violenze perpetrate in nome della religione, ormai da molti anni, nei riguardi dei cristiani in generale. Entrambe le delegazioni hanno chiesto che tutte le religioni siano rispettate, perché questo è il solo modo per garantire l’armonia nella società indiana, che è una società multiculturale, multireligiosa.

 
D. - Lei ha parlato di una nuova pagina che si apre nelle relazioni tra cattolici ed indù. Come ritiene che possa proseguire questo percorso?

 
R. - Moi, ce que j’ai dit dans ma dernière intervention c’est que maintenant c’est …
Quello che ho detto nel mio ultimo intervento è che ormai il gioco è nelle mani delle Chiese locali: sono loro che devono mantenere in vita questo dialogo. Devo anche sottolineare - ed è stato un evento molto bello - che abbiamo visitato un tempio indù: non abbiamo pregato ma abbiamo assistito con rispetto ad una preghiera che si è svolta in nostra presenza. Poi loro sono venuti da noi, nella cattedrale cattolica di Bombay, hanno assistito ai Vespri e si sono commossi per i testi ed i canti. C’è da mettere in risalto anche questo aspetto della dimensione spirituale del dialogo, perché non bisogna dimenticare che il dialogo interreligioso è preminentemente un'attività religiosa: non filosofica, religiosa.

 
D. - Ci sono già, in India, iniziative comuni tra cristiani ed indù?

 
R. - Oui, par exemple, nous avons visité une université qui a été fondée par …
Sì: ad esempio, abbiamo visitato un’università che è stata fondata da un indiano, che ha la cura di insegnare il dialogo interreligioso; inoltre, ci sono una serie di attività comuni tra cattolici ed indiani che vanno a buon fine grazie all’impegno dei Focolari. Il dialogo interreligioso inizia sempre dall’amicizia: se non c’è amicizia, non si approda a nulla. I rapporti umani sono fondamentali. E in questo campo, credo che i Focolari siano maestri…

 
D. - Quale potrebbe essere un suo messaggio per le popolazioni cattoliche, cristiane, in India?

 
R. - Eh bien, je dirais ne pas avoir peur de s’affirmer comme chrétien, parce-que …
Direi di non avere paura di mostrarsi come cristiani, perché se i cristiani dell'India sono stati piantati in quella Terra da Dio è per portarvi dei fiori.







All the contents on this site are copyrighted ©.