“L'Uganda sembra a prima vista un vero paradiso eppure questo Paese vive il dramma
della povertà che provoca sofferenza e morte” afferma padre Danilo Salezze in riferimento
alla nascita in cantiere di una casa-famiglia per i bimbi orfani e per le mamme abbandonate
a Mbarara, nel sud ovest dell'Uganda. Lo prevede un progetto di solidarietà promosso
dai frati della basilica di Sant'Antonio da Padova. L'iniziativa si è concretizzata
dopo il recente viaggio proprio di padre Salezze, direttore generale del «Messaggero
di Sant'Antonio» ed ora è stata rilanciata anche dalla rivista mensile pubblicata
dai francescani conventuali. Il direttore racconta delle enormi difficoltà vissute
dalla popolazione, spiegando che alla lunga guerra civile, alla miseria e alla fame,
si accompagna la piaga terribile della diffusione dell'Aids. Dei trenta milioni di
persone infette da hiv nel mondo, due milioni infatti sono ugandesi e l'80% non sa
neppure di essere in questa situazione di estremo rischio. Peraltro non esiste in
Uganda una medicina di base, e solo chi può pagare riceve qualche assistenza. Nel
Paese l'Aids, oltre a fare moltissime vittime, - riferisce l’Osservatore Romano, occupatosi
dell’iniziativa dei frati - è diventato fra l'altro la causa prima di molte altre
situazioni drammatiche, come quella dei milioni di bambini rimasti orfani. C'è infine
un elevato numero di donne malate a causa del virus, le quali sono colpite anche da
altre patologie, fisiche o mentali, tutte conseguenza dell'abbandono in cui si trovano.
“A questi bambini e a queste donne, dunque — sottolinea il direttore — sarà dedicata
la casa-famiglia Shalom, che rappresenta un segno della solidarietà concreta dei tanti
devoti di sant'Antonio sparsi nel mondo”. “Il progetto — specifica padre Salezze —
nasce in collaborazione con la comunità Yesu Aurire (Gesù è vivo) di Mbarara, fondata
da un sacerdote della diocesi di Mbarara, padre Emmanuel Tusiime”. “Nel progetto —
aggiunge — è coinvolto un gruppo di volontari laici, uomini e donne che hanno conosciuto
direttamente il dolore, il lutto, la malattia e l'abbandono, e che oggi sono impegnati
nel restituire dignità alle persone che chiedono aiuto”. Per i promotori, l'iniziativa
di solidarietà è insieme un modello di assistenza e sviluppo, che si basa su una grande
esperienza di fede. Casa Shalom sarà in grado di accogliere fino a un centinaio di
persone: settanta bambini orfani e malati affetti dall'Aids, quindici mamme sofferenti
per disturbi psichiatrici con i loro bambini; oltre a un gruppo del personale volontario
e medico. Il terreno è già disponibile e la comunità di Mbarara è pienamente coinvolta
nell'iniziativa. Padre Emmanuel pensa già agli sviluppi futuri della casa di accoglienza:
essa sarà collegata all'ospedale e all'università e diventerà un luogo di formazione
per gli operatori sociali. L'intera città verrà coinvolta nell'iniziativa, i bambini
bisognosi di assistenza saranno così reintegrati nelle famiglie e le donne troveranno
un lavoro. Manca per ora il denaro per comprare il materiale e pagare il lavoro degli
operai, ma i francescani della basilica di Sant'Antonio di Padova, attraverso la Caritas
antoniana, hanno comunque deciso di appoggiare questo progetto, convinti nell'aiuto
di tanti amici. (A.V.)