Repubblica Dominicana: il governo respinge le proposte di modifica alla legge sul
matrimonio
Resta invariata la facoltà concessa dallo Stato Dominicano alla Chiesa cattolica,
con la firma del Concordato del 1954, di celebrare i matrimoni: mercoledì scorso è
stata respinta dall’Assemblea dei revisori la proposta di modifica da apportare alla
Costituzione, che intendeva riconoscere gli effetti civili ai matrimoni realizzati
da tutte le chiese della Repubblica Dominicana. La proposta faceva parte della relazione
elaborata da una Commissione speciale di membri dell'assemblea, alla quale era stato
assegnato lo studio degli articoli 44, 45 e 46 della Costituzione della Repubblica
Dominicana, che si riferiscono alla famiglia. Un totale di 108 membri dell'assemblea
hanno votato a favore e 106 si sono detti contrari ad eliminare il numero 4 dell'articolo
44 della relazione presentata dalla Commissione. La proposta diceva che: "I matrimoni
religiosi avranno effetti civili nei termini stabiliti dalla legge". Inoltre l'Assemblea
ha approvato che il matrimonio può avvenire solo tra un uomo ed una donna, chiudendo
la possibilità ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, come succede in alcuni
Paesi. Sono stati anche riconosciuti diritti e doveri di un uomo e di una donna che
si uniscono in matrimonio, stabilendo anche le norme ereditarie per figli e mogli.
L'articolo 44 è stato elaborato da una Commissione speciale presieduta da Cristina
Lizardo. Si stabilisce infine che ogni persona ha diritto a costruire una famiglia,
e che l'uomo e la donna godranno di uguali diritti e doveri. Intanto nel Paese continua
il dibattito sull'aborto, in particolare sull'articolo 30 della Costituzione, che
difende incondizionatamente la vita, dal concepimento fino alla morte naturale. L'Assemblea
nazionale della Repubblica Dominicana ha approvato il 21 aprile, con 167 voti a favore
e solamente 32 contrari, la proposta di mantenere invariato l'articolo 30. In questi
giorni tutti i legislatori del Congresso sono riuniti in un'assemblea speciale, per
una seconda lettura o revisione della Costituzione. Il cardinale Nicolás di Jesús
López Rodríguez, arcivescovo di Santo Domingo, - riferisce l’agenzia Fides - durante
la celebrazione della santa Messa per la solennità del Corpus Domini, lo scorso giovedì,
ha sottolineato che in questi momenti: "il popolo dominicano e i gruppi cristiani,
con la Chiesa cattolica in testa, mantengono un atteggiamento di vigilanza ed attenzione
fino alla conclusione del processo costituzionale" affinché si rispetti il diritto
alla vita. Ha affermato inoltre: "non vogliamo che i nostri legislatori vadano a copiare
quello che altri governi, organismi internazionali, grandi capitali ed altre organizzazioni
stanno facendo per promuovere l'aborto nel mondo". Egualmente ha ricordato che : "l'ampia
maggioranza del popolo dominicano ama e rispetta la vita umana e vuole che nel testo
costituzionale rimanga il rispetto e la difesa della vita". "Crediamo e professiamo
la nostra fede nella vita e siamo disposti a difenderla sempre" ha concluso il cardinale.
(A.V.)