Presentato l'incontro dei leader delle religioni mondiali a Roma in vista del G8 dell'Aquila
“La dimensione religiosa è essenziale per lo sviluppo, per la convivenza e per la
pace tra i popoli”. E’ quanto ha evidenziato mons. Vincenzo Paglia, presidente della
Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo, intervenuto stamani nella Sala Marconi
della nostra emittente per presentare il IV Incontro dei Leader delle Religioni Mondiali,
che inizia domani a Roma, in vista del G8 dell’Aquila in programma a luglio. Una due
giorni che segue i precedenti appuntamenti di Mosca, nel 2006, Colonia nel 2007 e
Sapporo, in Giappone, dello scorso anno. Il servizio di Benedetta Capelli: L’acqua,
la sicurezza alimentare, la salute, l’educazione e la pace, sono alcuni temi che,
a partire da domani, saranno al centro dell’Incontro dei Leader delle Religioni Mondiali.
Centoventinove i delegati presenti alla due giorni che si svolge a Villa Madama a
Roma con il coordinamento del governo italiano. Una riunione che avrà un prologo all’Aquila,
città duramente colpita dal sisma dello scorso 6 aprile. Il perché di tale scelta
da mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione Episcopale
per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso:
"Noi
domattina andremo all’Aquila perché crediamo che il sogno di un futuro migliore non
possa non partire dalle piaghe del mondo, dalle ferite di questo mondo". Una
riunione fortemente condizionata dalla crisi economica globale che ha messo in discussione
la correttezza delle regole finanziarie e che pertanto bisognerebbe riscrivere. Qual
è il messaggio che da questo incontro può arrivare al G8 di luglio? Ancora mons. Vincenzo
Paglia:
"Vorrebbe far presente ai capi politici
che la dimensione religiosa è essenziale anche per lo sviluppo, per la convivenza,
per la pace tra i popoli. Certo, il 'potere' religioso non è un 'potere' esteriore,
è tutto interiore, perché è basato sui cuori, su quelle forze spirituali che sono
profonde nella storia, ma senza di esse gli altri poteri rischiano di essere fondati
sull’argilla".
In questo senso diventa importante
l’unità religiosa e riunirsi assume così un significato nuovo. Mons. Vincenzo Paglia:
"Ci raduniamo per parlare a noi stessi, dicendo che
anche noi, uomini di religioni diverse, ormai siamo consapevoli che non possiamo più
vivere gli uni separati dagli altri. Le religioni debbono riscoprire al loro interno
questa tensione alla universalità, che in qualche modo fa parte del loro stesso credo".
Al termine dell’incontro sarà prodotto un documento
che il premier Berlusconi consegnerà agli otto grandi della terra. Una dichiarazione
che guarda anche all’Africa. Cosa i leader religiosi mondiali possono dire in proposito?
Ancora mons. Paglia:
"Noi vorremmo dire che l’Africa
è un partner importante non solo dell’Europa, ma dell’intero pianeta. Non è possibile
porre attenzione ad una sola parte, magari la propria, se vogliamo la pace universale
o la pace perpetua, in qualche modo. Questo corpo malato non è separato dal pianeta,
è parte di noi tutti".
Una linea ideale che
dunque unisce l’Aquila e l’Africa, una sofferenza che il G8 non può dimenticare.