Mons. Maximino Martínez Miranda, vescovo di Ciudad Altamirano nello Stato di Guerrero,
in Messico, ha confermato ieri l’uccisione di un sacerdote, padre Habacuc Hernández
Benítez, e di due seminaristi, Eduardo Oregón Benítez e Silvestre González Cambrón,
mentre a bordo di una camionetta attraversavano la città per prendere parte a una
riunione sulla pastorale vocazionale. Per la stampa locale, le tre vittime sono state
colpite alle spalle da alcuni proiettili e sono rimaste probabilmente coinvolte in
una battaglia tra bande giovanili del narcotraffico. Per ora la polizia e le autorità
della città non hanno dato una versione plausibile dei fatti. L’arcivescovo di Acapulco,
mons. Felipe Aguirre Franco, confermando ieri dopo la Messa le prime notizie fornite
dal vescovo di Ciudad Altamirano, nel corso di in un breve incontro con la stampa
ha ipotizzato che si possa trattare di un terribile incidente. Involontariamente il
sacerdote e i due seminaristi possono essere incappati nel mezzo di un regolamento
di conti, cosa quasi “normale” in numerose località del Messico, dove spesso la fanno
da padrone bande di narcotrafficanti. Esprimendo solidarietà e partecipazione ai parenti
delle vittime e ai loro parrocchiani, mons. Aguirre Franco ha annunciato che “le quattro
diocesi della provincia ecclesiastica si riuniranno oggi e domani per analizzare la
grave situazione che si vive nello Stato di Guerrero” e sicuramente “daremo alla stampa
un nostro comunicato”. “Quanto accaduto è un duro colpo per Guerrero e per la comunità
della diocesi di Ciudad Altamirano”, ha aggiunto il presule che ha rinnovato il suo
appello affinché “si metta fine quanto prima ad ogni tipo di violenza, che spesso
usa i cittadini come scudi umani”. Dopo aver ricordato i numerosi fatti incresciosi
delle ultime settimane, mons. Felipe Aguirre Franco ha detto con tristezza che ormai
si è diventati “ostaggi di questo scontro violento con il quale i cartelli della droga
cercano di far quadrare i loro conti”. “Si tratta – ha proseguito - di poteri importanti
che operano al sopra di noi cittadini; a volte questi gruppi sono in grado anche di
contagiare altre persone che poi imitano questo tipo di violenza con lo scopo d’imporre
la legge della giungla”. Infine, l’arcivescovo di Acapulco ha sottolineato la gravità
della situazione dicendo che sembra imporsi “la legge delle armi” e ciò, ha spiegato,
“tende a far vedere come naturale che i fratelli si uccidano tra loro”. “Le forze
armate non sono sufficienti per trovare una soluzione vera e definitiva – ha ammonito
il presule - al dramma del narcotraffico e della violenza”. “Ora occorrono azioni
- ha concluso mons. Felipe Aguirre Franco - che vadano a risolvere le cause ultime
di questa situazione”; per questo bisogna chiedere “con sincerità l’aiuto e l’assistenza
di Dio”. (A cura di Luis Badilla)