2009-06-15 15:26:22

La Croce Rossa compie 150 anni


Il Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa compie 150 anni e festeggia tornando alle origini. L’appuntamento è dal 23 al 28 giugno a Solferino (Mantova) laddove nel 1859 Henri Dunant, in occasione di una delle più cruente battaglie del Risorgimento, ebbe l’idea di soccorrere migliaia di feriti indistintamente dalla loro appartenenza. Da allora ad oggi i valori di universalità, neutralità e indipendenza, hanno costruito una rete di 186 società nazionali con oltre 98milioni di volontari attive nei punti critici del mondo. La storia e le motivazioni saranno raccontate agli oltre 4000 giovani attesi a Solferino con musica, workshop e incontri. Sentiamo al microfono di Gabriella Ceraso il commissario straordinario della Cri, Francesco Rocca.RealAudioMP3

R. – Assolutamente, il grido a Solferino è per tutti fratelli. Quindi, c’è questa attenzione all’uomo, a mettere l’uomo al centro, che è la cosa più importante. L’immagine di Solferino più bella nel racconto di Henri Dunant è proprio delle donne di Solferino e di Castiglione, che si prendono cura degli austriaci, dei francesi, degli italiani a prescindere dalla nazionalità, a prescindere dalla parte in cui erano in conflitto. Quello è stato il momento sicuramente più alto e più nobile, da cui ha preso il via questa straordinaria idea, che oggi è ancora così attuale. Oggi, siamo l’organizzazione umanitaria più rappresentativa a livello di volontariato. Uno dei nostri principi è proprio il servizio libero e gratuito.
 
D. – Allora, a Solferino, quest’anno, protagonisti i giovani e, abbiamo visto, in tanti modi. Perché?
 
R. – In un momento in cui si vive una crisi valoriale importante, riteniamo che la trasmissione di questi valori ai più giovani sia un elemento fondamentale, perché non ci si dimentichi di chi rimane indietro. I giovani saranno i leader, anche politici, del futuro.
 
D. – Loro saranno i portatori di un documento, che è “Le sfide del terzo millennio”...
 
R. – E’ il lavoro che faranno i nostri giovani a Solferino. Questo è l’aspetto più appassionante. Loro in quei giorni si riuniranno in più gruppi di lavoro, per elaborare questo documento, che verrà consegnato a Ginevra, alle Nazioni Unite, ai leader della Croce Rossa e ai rappresentanti delle Ong più rappresentative, proprio per segnalare le urgenze e i bisogni dell’umanità.
 
D. – Le Solferino di oggi, in cui voi siete impegnati, quali sono?
 
R. – Per noi, la nostra Solferino, in questo momento, in Italia, è l’Abruzzo. Io vorrei ricordare, però, le Solforino di tutti i giorni, quelle che combattono le famiglie che hanno un portatore di handicap, persone che hanno un malato, un malato terminale, le famiglie che combattono per arrivare alla fine del mese. Solferino ha veramente un valore altamente simbolico, in quelle che sono le nostre battaglie di tutti i giorni.
 
D. – All’Abruzzo sarà dedicato questa enorme raccolta di fondi e l’Abruzzo vede i vostri volontari impegnati sul terreno...
 
R. – Beh, i volontari ad oggi impegnati sono già diverse migliaia. Sforniamo migliaia di pasti ogni giorno. E’ un’esperienza umana meravigliosa nel rapporto con la popolazione.
 
D. – Poi però c’è il Pakistan, c’è il Darfur, c’è lo Sri Lanka, ci sono le Filippine...
 
R. – Sicuramente, in questi giorni ci aspettiamo una notizia da troppi mesi: la liberazione nelle Filippine di Eugenio Vagni, senza condizioni e che possa essere restituito ai suoi affetti. In questi giorni siamo impegnati in Pakistan, perché c’è una crisi umanitaria tra i profughi veramente enorme, che deve vedere l’impegno di tutte le società ricche. Non vediamo in questo momento strade e vie d’uscita.
 
D. – Voi sarete tra le Ong che torneranno in Darfur?
 
R. – Se ci verrà chiesto, noi saremo pronti. Noi ci stiamo preparando anche per sostenere il lavoro in Kenya e ad esempio per la parte della crisi somala, quindi sui profughi per l’accoglienza, per le zone di fuga. Ci sono più o meno tre direttrici e noi cercheremo di essere presenti lì, per sostenere i loro bisogni.
 
D. – Quali sono i suoi auspici per i prossimi anni? Ad ogni compleanno ci si augura qualcosa...
 
R. – Veder crescere il numero dei volontari e veder crescere in particolare il numero dei giovani. E’ ovvio che uno può anche dire di diminuire il peso delle guerre, il peso dei bisogni, perché questo è nelle corde di ciascuno, ma siccome sappiamo che questa è una strada più difficile, che cresca allora questa sensibilità alla cultura del volontariato. Questo è l’aspetto bello.







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