“Lasciarsi sfidare dal Vangelo” : messaggio dei Francescani, riuniti ad Assisi, ai
ministri economici del G8
Entrano nella fase finale i lavori del 187.mo Capitolo generale dell’Ordine dei Frati
Minori in corso fino al prossimo 20 giugno a Santa Maria degli Angeli ad Assisi ed
incentrato sul tema: “Lasciarsi sfidare dal Vangelo”. I Frati Minori hanno inviato
un messaggio ai Ministri dell’Economia del G8, che si sono riuniti a ieri a Lecce,
ricordando “il non sufficiente riconoscimento di alcuni inalienabili diritti della
persona umana”. Durante il Capitolo è stato anche ribadito che il messaggio francescano
continua anche oggi ad essere profondamente legato alla centralità dell’uomo. E’ quanto
sottolinea al microfono di Patricia Jauregui, del Programma ispano-americano
della nostra emittente, frate Mirko Sellito, addetto stampa del Capitolo:
R. – Francesco
non ha voluto limitare la sua Regola a degli ambiti specifici ma l’ha aperta a tutte
le necessità dell’uomo. L’attualità, oggi, si realizza osservando - come direbbe il
Concilio Vaticano II - le gioie e le speranze, i dolori e le sofferenze umane, per
dare una risposta adeguata nel tempo. Questo è il primo segno di attualità, il non
essere fissi su un unico scopo, che ci consente ogni volta di metterci al passo con
l’uomo. Allora, lì dove l’uomo è povero - e lo può essere culturalmente, in alcune
parti del mondo, economicamente e politicamente in altre - i frati si collocano lì.
Questa è l’attualità: iniziare dall’uomo, dalle sue domande, per dare delle risposte
cristiane, senza partire già noi stessi con un pacchetto – potremmo dire oggi - di
risposte preconfezionate. Quindi l’attualità è data da questo ascolto della storia
e dell’uomo.
D. – Nel suo discorso, dopo essere
stato rieletto, il ministro generale, padre JoséRodriguez Carballo,
parlava di trovare i nuovi poveri. Chi sono questi nuovi poveri?
R.
– Grazie alla nostra capillare presenza nel mondo, ci accorgiamo dei nuovi ‘poveri
politici’, coloro che non hanno voce nella propria società; coloro che, per gli stravolgimenti,
magari della globalizzazione o della digitalizzazione, restano ai margini. Loro sono
i nuovi poveri che si affiancano a coloro che non hanno soldi, a coloro che vivono
nella miseria e nello sfruttamento. I nuovi poveri, forse, sono anche coloro che il
mondo di oggi non vede più, i poveri di sempre ma che oggi non si notano più.
D.
– Perché la figura di San Francesco di Assisi è così tanto amata non soltanto nel
mondo cattolico o cristiano, ma anche in altre religioni, come potrebbe essere quella
musulmana o quella buddista?
R. – Credo che San Francesco
sia tanto amato perché aveva un punto di partenza fondamentale: quello che nessun
uomo è nemico. Nessun uomo, in partenza, è un pericolo per gli altri. Questo gli ha
permesso di andare incontro a uomini di ogni cultura, di ogni fede religiosa con il
massimo rispetto. San Francesco, ad esempio, ha avuto rispetto del sultano come credente,
credente in una maniera diversa ma credente. Quindi, questo essere rivolti verso Dio
ci rende fratelli, ci rende capaci di dialogare. Allora, il nostro impegno – come
fu l’impegno di Francesco – è quello di conoscere l’altro, conoscere la cultura, la
religiosità dell’altro, per tenere viva proprio questa apertura di cuore che Francesco
ci ha tramandato.
D. – Nel mondo attuale è difficile
dare testimonianza di questa vocazione all’accoglienza e al rispetto?
R.
– E’ difficile nella misura in cui anche noi abbiamo paura di farlo, a volte con i
limiti culturali che ci portiamo dentro dove c’è una paura del diverso, una paura
di scoprirsi. Scoprirsi significa iniziare una relazione che avrà delle conseguenze
che non si possono calcolare fin dall’inizio. Quindi è difficile nella misura in cui
restiamo schiavi di questa paura. Nel momento in cui sappiamo superarla - e posso
testimoniare anche personalmente che ho avuto modo di confrontarmi con questa paura
- cessa di esistere qualunque muro, qualunque divisione. Ci si apre ad dialogo che
continua nel tempo. (Montaggio a cura di Maria Brigini)