Giornata mondiale per la donazione del sangue: ancora grande il divario tra nord e
sud del Pianeta
Si celebra oggi la Giornata Mondiale della donazione del sangue, che vede manifestazioni
ed eventi promossi dalle associazioni di volontariato in tutto il mondo. Annualmente
sono circa 80 milioni le donazioni a livello mondiale, di cui dodici milioni solo
negli Stati Uniti. Anna Villani ha intervistatoil direttore generale
del Centro Nazionale Sangue, il dott. Giuliano Grazzini:
R. – La
cosa di massimo rilievo nello sviluppo della donazione del sangue nel mondo è la grande
differenza che esiste fra i Paesi ad elevato indice di sviluppo umano contro i Paesi
che invece hanno un basso indice di sviluppo umano, i Paesi, come noi diciamo, in
transizione. Degli 80 milioni di donazioni di sangue, i Paesi in via di sviluppo utilizzano
soltanto il 38 per cento, il restante delle donazioni viene utilizzato per quel 18
per cento di popolazione mondiale che appartiene ai Paesi ad elevato sviluppo. Tutto
questo perché nei Paesi poveri sono poco presenti politiche nazionali di sviluppo
della donazione del sangue gratuita, volontaria, non remunerata, mentre nei Paesi
europei, nei Paesi più evoluti, ormai è consolidato sia questo che l’investimento
economico finanziario a sostegno dei sistemi “sangue nazionale”.
D.
– In quali Paesi la situazione si presenta più critica?
R.
– Abbiamo in particolare una situazione estremamente grave nell’Africa subsahariana,
dove vivono 800 milioni di persone, dove la pandemia di Aids è veramente molto, molto
importante, e dove anche quel poco di trasfusione che si fa contribuisce ad un’ulteriore
diffusione dell’Aids.
D. – C’è qualche Paese in cui
la situazione è invece migliorata?
R. – In India,
dove da un momento di confusione, in cui il sangue si vendeva, si donava a pagamento,
si è arrivati all’organizzazione di un sistema sangue nazionale in suolo pubblico,
con la promozione della donazione volontaria non remunerata. Comunque, il bilancio
complessivo del mondo ci dice che abbiamo ancora 79 Paesi in cui abbiamo indici di
donazioni bassissimi, inferiore a 10 donazioni per mille abitanti all’anno, quando,
l’indice ottimale, indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è di almeno
40 donazioni per mille abitanti all’anno. Maggiore è il tenore socioeconomico e l’indice
di sviluppo umano e maggiore, ovviamente, è la presenza della donazione non remunerata
del sangue sicuro, dei sistemi trasfusionali nazionali.
D.
– Perché avete scelto la data del 14 giugno per celebrare la Giornata mondiale del
donatore di sangue?
R. – Il 14 giugno è la data di
nascita di uno scienziato che si chiamavaKarl Landsteiner,
che ha scoperto i gruppi sanguigni A e B. Poi nel 1930 prese anche il Premio Nobel
per la scoperta del sistema RH.
D. – Ogni anno la
giornata ha un tema diverso, quale quello di quest’anno?
R.
– Quest’anno, la Giornata mondiale del donatore di sangue è incentrata sulla donazione
del sangue cento per cento volontaria, cento per cento non remunerata. Questo perché
la non remunerazione è, a parte, l’elemento etico di fondamentale importanza, e anche
un grande elemento di sicurezza clinica della donazione stessa. Quest’anno la Giornata
mondiale si celebra, come sede mondiale, in Australia, a Melbourne. Comunque in tutto
il mondo, quest’anno, si può andare sul sito Internet www.wbdd.com
(World blood donor day) dove sono già in linea un infinito numero di bandiere degli
Stati di tutto il mondo, che stanno celebrando questa importante Giornata, che è un
tributo a tutti i donatori che volontariamente ogni giorno contribuiscono a produrre
quegli 80 milioni di donazioni, che ogni anno nel mondo vengono effettuate.