L'appello del vescovo di Jaffna per il ritorno a casa degli sfollati
“I profughi devono tornare nelle loro terre il prima possibile”. Mons. Thomas Savundaranayagam,
vescovo di Jaffna, è molto preoccupato per le condizioni in cui vivono i rifugiati
della guerra dello Sri Lanka. Nei sei centri allestiti dal governo nella penisola
a nord del Paese se ne contano 120 mila (quasi un terzo del numero complessivo) e
sono sotto il controllo dei militari: solo gli operatori di Onu, Croce Rossa e Caritas
possono, con notevoli difficoltà, entrare in contatto con loro. A quasi un mese dalla
fine della guerra, informa inoltre Asianews, mancano acqua, cibo e medicinali. Da
qui l’appello del presule per un rapido reinsediamento dei rifugiati nelle zone di
provenienza e la richiesta di una spiegazione sui motivi che stanno determinando il
ritardo di tale operazione. “Capisco – ha affermato mons. Thomas Savundaranayagam
– che certi interventi necessari devono essere fatti: la bonifica dalle mine, la ricostruzione
delle case e la sistemazione delle infrastrutture. Comprendo che il governo abbia
chiesto tre mesi per il reinsediamento. Oggi, tuttavia, sento parlare di sei mesi
e, invece, è indispensabile che l’operazione cominci il prima possibile”. (S.G.)