2009-06-13 15:12:01

L'appello del vescovo di Jaffna per il ritorno a casa degli sfollati


“I profughi devono tornare nelle loro terre il prima possibile”. Mons. Thomas Savundaranayagam, vescovo di Jaffna, è molto preoccupato per le condizioni in cui vivono i rifugiati della guerra dello Sri Lanka. Nei sei centri allestiti dal governo nella penisola a nord del Paese se ne contano 120 mila (quasi un terzo del numero complessivo) e sono sotto il controllo dei militari: solo gli operatori di Onu, Croce Rossa e Caritas possono, con notevoli difficoltà, entrare in contatto con loro. A quasi un mese dalla fine della guerra, informa inoltre Asianews, mancano acqua, cibo e medicinali. Da qui l’appello del presule per un rapido reinsediamento dei rifugiati nelle zone di provenienza e la richiesta di una spiegazione sui motivi che stanno determinando il ritardo di tale operazione. “Capisco – ha affermato mons. Thomas Savundaranayagam – che certi interventi necessari devono essere fatti: la bonifica dalle mine, la ricostruzione delle case e la sistemazione delle infrastrutture. Comprendo che il governo abbia chiesto tre mesi per il reinsediamento. Oggi, tuttavia, sento parlare di sei mesi e, invece, è indispensabile che l’operazione cominci il prima possibile”. (S.G.)







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