Il saluto del Papa al Pellegrinaggio notturno Macerata-Loreto, occasione per fare
una gioiosa esperienza di Cristo
Si svolgerà questa notte la 31.ma edizione del “Pellegrinaggio a piedi da Macerata
a Loreto”. L’annuale iniziativa di Comunione e Liberazione ha scelto come filo conduttore
l’affermazione di San Paolo “Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente”. A
presiedere la Messa di apertura, alle 20.30 nello stadio maceratese, sarà il cardinale
arcivescovo di Napoli, Crescenzio Sepe. Prenderà parte alla liturgia anche mons. Giuseppe
Molinari, arcivescovo dell’Aquila, che accompagnerà un folto gruppo di terremotati
abruzzesi. A tutti i partecipanti, il Papa ha inviato un messaggio di saluto con l'auspicio
che possano "fare una gioiosa esperienza di Cristo e sperimentare la materna intercessione
della Vergine Maria".. Dell’iniziativa Luca Collodi ne ha parlato con l’ideatore
mons. Giancarlo Vecerrica, vescovo di Fabriano-Matelica:
R. - Il pellegrinaggio
è nato per questo collegamento tra la realtà della vita quotidiana e la fede ed è
diventato sintesi tra l’annuncio che il Vangelo di Gesù è per la vita e la felicità
– “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”, dice Gesù nel
Vangelo – e la vita di tutti i giorni. Ecco perché le vicende della vita riecheggiano
tutti gli anni dentro il pellegrinaggio.
D. - Mons.
Vecerrica, mercoledì scorso il Papa ha benedetto la fiaccola della pace che porterete
in pellegrinaggio. Cosa rappresenta?
R. - La fiaccola
tocca i punti salienti della vita dell’anno. In passato ha attraversato l’Umbria,
quando c’è stato il terremoto; è passata attraverso varie città che avevano significati
particolari. Quest’anno c'è stato purtroppo il terremoto dell’Aquila. Il pellegrinaggio
2009 avrà due dimensioni forti da presentare alla Madonna quando arriveremo a Loreto:
la crisi economica, che quest’anno ha colpito tante famiglie, e la crisi del terremoto.
Questo rapporto con la realtà sociale, soprattutto quella più drammatica, è proprio
per fare in modo che la vita non si fermi all’aspetto solo drammatico ma si cerchi
il senso delle vicende che ci accadono. Ci stanno arrivando testimonianze straordinarie
di gente che manda messaggi, che manda richieste o intenzioni, proprio per ritrovare
il senso delle cose belle della vita. D. – Alla marcia Macerata-Loreto
partecipano molti giovani. Cosa li spinge a camminare di notte ? Lo abbiamo chiesto
a Emanuele Sorichetti, dell’Ufficio Stampa del pellegrinaggio...
R.
- Quello che può muovere un giovane a intraprendere questo cammino notturno è sicuramente
il fatto di essere invitati a un’esperienza bella perché in università, come anche
in altri luoghi, c’è una mancanza, una carenza di senso che spinge tante persone a
mettersi in cammino, a mettersi alla ricerca di qualcosa di buono per la propria vita
proprio per non rimanere al livello della drammaticità e al livello del non senso.
La prima volta che partecipai al pellegrinaggio, la cosa che più mi colpì fu proprio
questa marea di persone attente, concentrate. Ognuna portava il proprio desiderio,
la propria richiesta di grazia, la propria domanda. E’ per questo che da quel momento
in poi capii che il cristianesimo è un popolo bello che cammina verso una meta precisa.
(Montaggio a cura di Maria Brigini)