Dopo aver dominato il dibattito politico dello scorso inverno, il tema del cosiddetto
testamento biologico, viene ora affrontato in un Convegno nazionale della Federazione
nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) apertosi
ieri a Terni. I relatori (medici e giuristi, ma anche rappresentanti di associazioni
di cittadini e di pazienti) hanno cercato di offrire un contributo qualificato al
confronto che da alcuni anni si sta sviluppando in Parlamento sulla possibilità di
avere una legge sul fine vita, in particolare sulle dichiarazioni anticipate di volontà.
Dal canto suo, mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, nel suo indirizzo
di saluto ha chiesto di “evitare in questo campo la doppia onnipotenza, quella del
medico che spinge a non tenere in nessun conto la posizione del malato come poteva
accadere in passato; e l’onnipotenza del malato che ridurrebbe il medico a un mero
esecutore della volontà del paziente”. E il presidente della Fnomceo Amedeo Bianco
ha ripetuto il suo invito a puntare su un’etica forte e su un diritto mite, fondato
sui princìpi del Codice di deontologia medica. Su tutto il dibattito ha influito la
tragedia di Eluana Englaro e la comunità scientifica si è soffermata sul progetto
di legge attualmente al vaglio del parlamento. Forte, da parte della maggioranza dei
relatori, riporta oggi Avvenire, l’auspicio che si arrivi al più presto a una mediazione
normativa. (S.G.)