Benedetto XVI alla Fondazione Centesimus Annus: la crisi si supera con un sistema
economico basato su etica e solidarietà
Il mondo in crisi economica ha bisogno di un’“economia moderna”, solidale e rispettosa
dei diritti dei deboli e, più in generale, della dignità umana. Ancora una volta,
Benedetto XVI è tornato a riflettere sull’attuale scenario di difficoltà che stanno
attraversando i mercati internazionali e sulle ricadute sociali della crisi. Occasione:
l’udienza concessa ai membri della Fondazione “Centesimus Annus Pro-Pontifice”, creata
nel 1993 allo scopo di diffondere nel mondo economico e imprenditoriale i principi
della Dottrina sociale della Chiesa. Il servizio di Alessandro De Carolis:
C’è un aggettivo-“spia”
nelle parole di Benedetto XVI che dimostra come, agli occhi del Papa, il sistema economico
e finanziario attuale - al cui centro pulsa il cuore del business ad oltranza e non
quello della solidarietà - sia un sistema al tramonto, vecchio. Agli esperti della
Fondazione battezzata e ispirata con il titolo che Giovanni Paolo II diede nel 1991
a una delle sue encicliche sociali, la Centesimus Annus, Benedetto XVI ha chiesto
di studiare “nuovi modelli di sviluppo", dove la novità, ha spiegato, sta nel fatto
che parole come mercato, impresa, progresso economico sono strettamente legate ad
altre come bene comune, visione etica del lavoro, rispetto dell’uomo:
“In
effetti, la crisi finanziaria ed economica che ha colpito i Paesi industrializzati,
quelli emergenti e quelli in via di sviluppo, mostra in modo evidente come siano da
ripensare certi paradigmi economico-finanziari che sono stati dominanti negli ultimi
anni”. E subito dopo, il plauso
a chi guarda al mondo dell’economia e della finanza con un ideale cristiano:
“Bene
ha fatto, quindi, la vostra Fondazione ad affrontare, nel Convegno internazionale
svoltosi ieri, il tema della ricerca e della individuazione di quali siano i valori
e le regole a cui il mondo economico dovrebbe attenersi per porre in essere un nuovo
modello di sviluppo più attento alle esigenze della solidarietà e più rispettoso della
dignità umana". “Valori e regole”. Benedetto XVI ha insistito
su questo aspetto ricordando alcuni passaggi della Centesimus Annus. L’economia di
mercato, in particolare, ovvero quel “sistema economico che riconosce - ha citato
il Papa - il ruolo fondamentale e positivo dell'impresa, del mercato, della proprietà
privata e della conseguente responsabilità per i mezzi di produzione, della libera
creatività umana nel settore dell'economia” può essere riconosciuta come via di progresso
economico e civile solo se orientata al bene comune”. Dunque, ha ribadito:
“Auspico
che le indagini sviluppate nei vostri lavori, ispirandosi agli eterni principi del
Vangelo, elaborino una visione dell'economia moderna rispettosa dei bisogni e dei
diritti dei deboli. Come sapete, verrà prossimamente pubblicata la mia Enciclica dedicata
proprio al vasto tema dell’economia e del lavoro: in essa verranno posti in evidenza
quelli che per noi cristiani sono gli obbiettivi da perseguire e i valori da promuovere
e difendere instancabilmente, al fine di realizzare una convivenza umana veramente
libera e solidale”. Il Papa ha poi ringraziato la Fondazione
per i suoi interventi in favore del Pisai, il Pontificio Istituto di Studi Arabi e
d’Islamistica, “alle cui finalità, da voi condivise - ha detto - attribuisco grande
valore per un dialogo interreligioso sempre più fecondo”.