Religiose in rete contro la tratta e lo sfruttamento sessuale di donne e bambini:
presentato questa mattina in Sala Stampa della Santa Sede il congresso 2009 organizzato
dall’Unione Internazionale Superiore Generali (Uisg) e dall’Organizzazione Internazionale
per le Migrazioni (Oim) proprio sul tema della moderna schiavitù dell’abuso sessuale.
Il Congresso, alla sua seconda edizione, si terrà a Roma dal 15 al 18 giugno presso
l’Istituto Fratelli delle Scuole Cristiane. Il servizio di Fausta Speranza.
Difficile
fare stime ma almeno 2 milioni e mezzo di persone ogni anno sono vittime dello sfruttamento
sessuale. Sono almeno 500.000 in Europa e circa 30.000 in Italia. Sono dati della
Commissione Europea ricordati dal dottor Stefano Volpicelli dell’Organizzazione Internazionale
per le Migrazioni che spiega che ce ne sono anche di altre fonti e parla anche di
impatto economico: profitti per i criminali pari a circa 150 miliardi l’anno. Le bande
criminali sono ben organizzate, sottolinea una delle organizzatrici del Congresso,
suor Bernadette Sangma, religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice: da qui “la necessità
di una vera e propria azione contrastante attraverso una rete tra Paesi di origine,
di transito e di destinazione”. La posta in gioco - sembra dire suor Bernadette
- è troppo alta: “Il livello di degrado umano nella tratta,
specialmente in fatto di sfruttamento sessuale, è tale che il processo di recupero
della propria dignità da parte della vittime è molto arduo. Questa è la ragione per
cui tante congregazioni femminili si sono schierate nell’ambito della prevenzione.
Alcune congregazioni in questi ultimi anni hanno adottato il contrasto alla tratta
come propria deliberazione capitolare. Questo è un momento molto importante per noi
come congreagazione”. C’è anche una tristissima denuncia nelle
parole di suor Bernadette:
“La logica del mercato ci dice che non esiste
offerta senza domanda. Purtroppo e con pena notiamo che una gran parte della domanda
proviene anche da mariti e padri di famiglia che si dicono cristiani praticanti”.
Da
parte delle religiose l’impegno è pensato già dal 2001: denunciare con insistenza
e ad ogni livello lo sfruttamento sessuale di donne e bambini. Da allora, ci sono
stati progetti di collaborazione e iniziative di singole congregazioni, ricorda la
segretaria generale dell’Unione Internazionale Superiore Generali (Uisg) suor Victoria
Gonzáles de Castejón. Per poi sottolineare che il fenomeno va affrontato da mondo
laico e mondo religioso insieme. E da parte sua la dottoressa Carmela Godeau, vice
capomissione della laica Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, nata nel
1951, definisce la collaborazione con le religiose “un pilastro” per tutti i progetti,
in particolare in Sud Africa, Repubblica Dominicana, Albania, Nigeria. Ricorda qualche
dato: nel 2008, almeno 81 vittime di tratta in Italia - aggiunge - hanno beneficiato
del programma che permette il ritorno volontario in patria organizzato se ci sono
nel Paese di origine “le condizioni di sicurezza e dignità”.
Poi parla
di accoglienza e cita le attività a Lampedusa e in Sicilia; parla di corsi di formazione
per funzionari governativi e società civile e cita Marocco e Libia. In generale individua
i campi d’azione: ricerca, prevenzione, cooperazione tecnica e assistenza diretta.
A proposito di prevenzione ricorda che di recente l’arrivo di ragazze nigeriane in
Italia ha avuto un incremento del 900% e che è palese che rappresentano potenziali
vittime di sfruttamento sessuale. Potenziali vittime di fronte alle quali non si dovrebbe
far finta di niente.