Ad Assisi serata "Nel nome del Cuore” per finanziare progetti in Kenya e Zimbabwe
Si terrà questa sera ad Assisi la manifestazione benefica “Nel nome del Cuore”, iniziativa
di solidarietà ispirata alla carità di San Francesco e promossa dal Sacro Convento
della cittadina umbra. La raccolta fondi è destinata quest’anno alla realizzazione
di un centro per l’assistenza alle giovani madri e ai loro bambini di Limuru, in Kenya,
e al potenziamento delle risorse sanitarie nello Zimbabwe. Ce ne parla padre Enzo
Fortunato, responsabile della Sala Stampa del Sacro Convento, intervistato da
Eliana Astorri:
R.
– L’appello molto forte parte da Assisi e questa grande raccolta di fondi è per due
nazioni martoriate: lo Zimbabwe e il Kenya. Io inviterei subito chi lo desidera a
comporre questo numero di telefono: il 48584.
D.
– L’anno scorso l'iniziativa è stata promossa in favore del Ciad. Perchè quest'anno
sono stati scelti Kenya e Zimbabwe?
R. – E’ interessante
che da sette anni a questa parte ogni anno emerga l’Africa e ogni anno una nazione
particolare di questo Continente. Questo cosa ci fa comprendere che l'Africa è davvero
il Continente più martoriato. Soprattutto puntiamo su quelle nazioni che i mass media
tendono a dimenticare, a non portare all’attenzione dell’opinione pubblica perché
sono teatro di situazioni che danno fastidio. Ci preme quindi portare davvero queste
tragedie umanitarie all’attenzione del grande pubblico.
D.
– Quest'edizione prevede un anniversario che riguarda Giotto e Assisi. Ci sono poi
gli 800 anni della Fondazione dell’ordine francescano. E’ previsto qualche appuntamento
in particolare?
R. – Questa settima edizione cade
in un momento particolare della storia francescana e cioè gli 800 anni della Fondazione
dell’Ordine. Per questo nell'ambito della programmazione della serata ci sono diversi
interventi dei nostri francescani, compreso il nostro custode, padre Giuseppe Piemontese.
Quest'ultomo riproporrà alcune immagini del Capitolo internazionale delle stuoie che
abbiamo vissuto ad Assisi. Si ricordano poi i 700 anni della presenza accertata di
Giotto in Assisi. Quindi sarà un momento non solo per cantare la vita, attraverso
interpreti della musica italiana, ma anche per riflettere in modo particolare su questi
due grandi avvenimenti.