Libano: la Chiesa maronita esorta lo Stato ad avviare una nuova stagione di riforme
“Avviare delle riforme per rendere le istituzioni costituzionali più efficienti. Queste
sole possono assicurare stabilità politica e protezione dei cittadini”. E’ l’appello
che giunge dai vescovi della Chiesa maronita al termine del loro Sinodo annuale che
si è tenuto dal 31 maggio al 6 giugno a Bkerkeh, in Libano. Nel comunicato finale,
diffuso dal Patriarcato e ripreso dal Sir, i vescovi affermano che “per costruire
l’unità nazionale, diminuire la violenza del dibattito sul potere centrale e implementare
uno sviluppo equilibrato, è necessario dare priorità ad una vasta decentralizzazione
amministrativa”. Per fare fronte al problema dell’emigrazione e alle preoccupazioni
dei libanesi in materia di diritti all’istruzione e alla salute, i padri sinodali
chiedono allo Stato “riforme economiche e di tasse e misure di sostegno per le industrie,
l’agricoltura ed il turismo”. Dai vescovi anche la richiesta “di una particolare attenzione
al mondo giovanile e alle potenzialità che esprime attraverso la creazione di opportunità
di lavoro”, offrendo loro, in tal modo, “la possibilità di restare nel loro Paese
e crearsi una famiglia”. Il comunicato finale termina con un appello a tutta la popolazione
a “mantenere il Libano unito, solidale, mettendo da parte divisioni e ribellioni.
Solo il dialogo sana le divergenze”. (A.L.)