RD del Congo: preoccupazione dei vescovi del Kivu per le continue violenze
Di fronte alle continue vessazioni subite dalla popolazione civile ad opera dei guerriglieri
ugandesi e rwandesi, i vescovi del Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del
Congo, hanno lanciato un appello al governo di Kinshasa e alla comunità internazionale
perché rafforzino l’esercito regolare, come solo garante della sicurezza. I vescovi
- riferisce l'agenzia Fides - hanno criticato inoltre il modo con il quale si sono
svolte le operazioni militari congiunte contro i ribelli ugandesi dell’Esercito di
Resistenza (LRA) e quelli rwandesi delle Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda
(FDLR). I primi, che agiscono nella Provincia orientale, sono stati oggetto di un’operazione
congiunta delle forze armate congolesi, ugandesi e sud-sudanesi, i secondi, attivi
nel nord e sud Kivu, sono stati investiti da un’azione militare rwandese- congolese.
Queste due operazioni non hanno però sconfitto i due movimenti di guerriglia che,
anzi, hanno intensificato le azioni di rappresaglia contro la popolazione civile congolese.
I vescovi criticano inoltre il fatto che le unità militari che operano nell’est del
Congo sono formate essenzialmente da appartenenti a gruppi di ribelli che hanno aderito
agli accordi di pace, sui quali però permangono dubbi sulla loro effettiva adesione
all’idea di un Congo unitario. In effetti, secondo la stampa congolese, questi stessi
gruppi armati (che si contrappongono alle FDLR) non solo non si sono sciolti ma continuerebbero
a reclutare dei giovani nelle loro fila. Occorre quindi intensificare gli sforzi da
parte del governo di Kinshasa, con l’aiuto della comunità internazionale, per rafforzare
l’esercito nazionale, dotandolo dei mezzi per proteggere la popolazione locale dai
diversi gruppi armati che agiscono nella parte orientale del Paese. La pace però sembra
ancora lontana e il Congo continua a subire gli effetti di guerre straniere trasferite
sul suo territorio. (R.P.)