2009-06-10 16:03:36

In Libano i vescovi auspicano la collaborazione tra gli schieramenti


Una risposta alle attese dei libanesi che schiude l'orizzonte a un possibile clima di collaborazione tra le varie componenti etniche e religiose del Paese. Questo il senso dei primi commenti emersi nell'episcopato locale dopo il voto di domenica scorsa, che ha visto l'affermazione dell'alleanza filoccidentale "14 marzo", del leader sunnita Saad Hariri, su quella filosiriana, guidata da Hezbollah, che dunque resta all'opposizione. Un risultato, che secondo alcuni osservatori dovrebbe consentire la formazione di un Governo d'unità nazionale, ma senza quel diritto di veto di cui godevano i ministri dell'opposizione nella precedente legislatura. Per il cardinale Pierre Nasrallah Sfeir, patriarca di Antiochia dei Maroniti, "le elezioni hanno risposto alle attese dei libanesi". Secondo il porporato, infatti, "la coalizione che ha vinto è quella che ha fatto emergere in generale il punto di vista della maggioranza dei libanesi, nella quale i cristiani occupano una buona posizione. Resta da vedere come il Governo sarà formato". Il vescovo di Beirut dei Caldei, Michel Kassarji sottolinea la necessità di coinvolgere tutti gli schieramenti: "le elezioni - ha detto - pongono fine a un periodo di tensione nel Paese. La cosa importante è che non si siano verificati gravi incidenti come avvenuto in passato. Ora è il momento di lavorare tutti insieme per il Libano, cristiani e musulmani, per farlo crescere e prosperare". Per il presule caldeo, però, "lo sbaglio più grande che si potrebbe fare ora è pensare che i problemi siano finiti". Mentre "i cristiani, presenti nei due schieramenti, possono essere un ponte per unire tutte le componenti politiche e far sì che si possa puntare senza esitazioni al bene comune”. Analoga la preoccupazione dell'arcivescovo Paul Dahdah, vicario apostolico di Beirut dei Latini, il quale auspica che la maggioranza al potere si apra alla collaborazione con l'altro schieramento, per garantire al Libano un futuro senza divisioni interne. (A.D.G.)







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