2009-06-09 15:36:31

Mobilitazione per liberare le giornaliste condannate in Nord Corea


Il governatore del New Mexico, Bill Richardson, e l’ex vice presidente americano, Al Gore, appaiono in queste ore come i possibili negoziatori con la Corea del Nord per la liberazione delle due giornaliste americane, condannate a dodici anni di reclusione in un campo di lavoro nordcoreano. Richardson aveva partecipato nel 1994 e nel 1996 alla riosoluzione in modo positivo di trattative riguardanti cittadini americani prigionieri in Corea del Nord. Al Gore è invece uno dei fondatori di Current Tv, l'emittente per conto della quale le due giornaliste stavano lavorando ad un servizio televisivo, al momento dell’arresto, al confine con la Cina. Per le due donne, arrestate a marzo, c’era stato l’appello delle famiglie. In una dichiarazione diffusa ieri, la Casa Bianca ha espresso la profonda preoccupazione del presidente Barack Obama ed ha assicurato che è impegnata "attraverso tutti i canali a disposizione a garantire il loro rilascio".

L’inviato USA in Medio Oriente sollecita la ripresa del negoziato
Sulla scorta dei recenti interventi di barak Obama, l'inviato americano per il Medio Oriente, George Mitchell, torna a sollecitare la ripresa al più presto del processo di pace israelo-palestinese. "Condividiamo tutti l'obbligo di creare le condizioni per una rapida ripresa e conclusione dei negoziati", ha detto Micthell, dopo aver incontrato a Gerusalemme il presidente israeliano Shimon Peres, al quale - nel pieno delle divergenze tra gli Stati Uniti e lo Stato ebraico sulla questione degli insediamenti - ha voluto assicurare che i due Paesi restano "amici e alleati stretti". "Voglio esordire affermando in modo chiaro e senza lasciare spazio a dubbi che l'impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele resta incrollabile - ha sottolineato l'inviato del presidente Obama nella dichiarazione seguita all'incontro con Peres - Lasciate che io sia chiaro. Questi (sullo stop agli insediamenti, ndr) non sono disaccordi tra avversari. Gli Stati Uniti sono e resteranno amici e alleati".

Iran
Cresce l’attesa della comunità internazionale per le elezioni presidenziali in Iran, che si svolgeranno il 12 giugno. Secondo molti osservatori sarebbe scontata la rielezione del presidente Ahmadinejad, dopo quattro anni caratterizzati da forti contrasti con l’Occidente. Ma come si può definire l’Iran oggi? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al giornalista iraniano Ahmad Rafat, già segretario della stampa estera in Italia:RealAudioMP3

R. - L’Iran oggi è un Paese in grave crisi di identità, in una grave crisi economica e in cerca di una via per uscire. A sfidare Ahmadinejad ci sono tre candidati: Mousavi, ex primo ministro durante gli anni di guerra, Karoubi, ex presidente del parlamento, che si contendono i voti riformisti, e Rezai ex comandante dei Pasdaran. Sono in crescita, negli ultimi giorni, i voti di Karoubi su Mousavi nel campo riformista. Ma se uno dei due non si ritira, i riformisti difficilmente potranno vincere.

 
D. - Ahmadinejad ha, di fatto, alzato la tensione nei confronti dell’Occidente. Gli Stati Uniti però dopo l’elezione di Obama hanno intrapreso la strada della diplomazia. Cosa cambierà nei rapporti con Washington dopo le elezioni?

 
R. - Se verrà riconfermato, Ahmadinejad cambierà poco perché non solo dai contenuti ma anche dalla letteratura utilizzata emerge che egli è poco propenso a un dialogo. Invece, se uno dei due riformisti riuscirà a vincere le elezioni, possibilmente alla fine dell’estate, a settembre, si potrà assistere a una riapertura del dialogo tra Iran e Stati Uniti.

 
D. - Questa è stata una campagna elettorale molto dura, piena di polemiche, esclusioni di candidati. Saranno di fatto elezioni democratiche?

 
R. - Saranno elezioni democratiche molto parzialmente, in quanto più di 300 candidati non sono stati ammessi alle elezioni. Si parla già di brogli nel senso che, contro ogni legge, un terzo dei seggi sarà affidato ai Pasdaran - le Guardie della rivoluzione, che sostengono il presidente - e poi perché c’è una fatwa in giro per l’Iran che autorizza brogli se questi rafforzano l’Islam.

 
D. - La questione nucleare resta comunque al centro di una serie di tensioni internazionali che coinvolgono il presidente Ahmadinejad. In caso di rielezione, che possibilità ci sono che faccia un passo indietro?

 
D. - Non c’è nessuna possibilità che Ahmadinejad faccia un passo indietro, anche perché - sempre secondo voci che circolano a Teheran - tutti e quattro i candidati, in incontri separati con la guida suprema l’Ayatollah Ali Khamenei, hanno garantito che terranno conto delle sue posizioni sul nucleare in caso di vittoria.

 
D. - Come si può immaginare l’Iran del futuro?

 
R. - L’Iran del futuro sarà un Iran pieno di contraddizioni, chiunque vinca le elezioni: contraddizioni fra una società civile molto più avanzata rispetto a chi sta al governo e questo scontro diventa sempre più inevitabile.

 
Gabon
Il presidente Omar Bongo del Gabon è morto dopo 41 anni al potere. A comunicarlo una nota ufficiale di Libreville. Ieri, la notizia della scomparsa del presidente, a seguito di una malattia e di un lungo ricovero in Spagna, era stata diffusa dalla stampa francese. Nessuna conferma era arrivata dalle autorità del Gabon che poi, in serata, hanno emesso un comunicato ufficiale.

Somalia
Sono ormai almeno 117 mila le persone fuggite da Mogadiscio nell'ultimo mese, da quando è iniziata la battaglia frontale tra insorti islamici - legati ad al Qaida - e le truppe governative. Lo rende noto l’Alto commissariato Onu per i rifugiati. Intanto, ha preso il via oggi a Roma la riunione del gruppo di Contatto per la Somalia, che riunisce tutte le organizzazioni e i Paesi coinvolti per una soluzione pacifica della crisi somala, tra cui le autorità di Mogadiscio, il rappresentante speciale del segretario generale delle Nazioni Unite per la regione, il ministro degli esteri italiano, Franco Frattini. Sul ruolo che può svolgere la comunità internazionale nella stabilizzazione della Somalia, Stefano Leszczynski ha intervistato Angelo Masetti, portavoce del Forum Italia-Somalia:RealAudioMP3

R. - L’attenzione della comunità internazionale sulla Somalia è fondamentale per la risoluzione di questa crisi che si trascina oramai da 18 anni. La perplessità che può sorgere di fronte a queste grandi riunioni è l’agenda che spesso viene centrata su temi marginali. Sarebbe estremamente preoccupante se il Contact group che si riunisce oggi e domani si concentrasse, ad esempio, sulla pirateria e non sulle cause dell’attuale situazione.

 
D. - C’è una forte ingerenza dei Paesi vicini sulla situazione somala…

 
R. - La questione somala è una questione regionale. La pace in Somalia non può avvenire a dispetto dei Paesi limitrofi; la pace in Somalia e la stabilizzazione non possono prescindere dalla buona disposizione e soprattutto dalle garanzie che verranno fornite ai Paesi limitrofi.

 
D. - Quanto è importante investire economicamente nella pace somala?

 
R. - C’è bisogno di aiuto soprattutto per ricominciare un ciclo economico, che oggi è completamente fermo. Per cui bisogna puntare sul rafforzamento delle istituzioni e quindi compiere una grande operazione di reclutamento di classe dirigente e amministrativa dello Stato: e qui bisogna rivolgersi alla grandissima e qualificatissima diaspora somala nel mondo, che deve essere messa in condizioni di rientrare per consentirgli di essere a disposizione della rinascita dello Stato.

 
Allarme violenze nello Zimbabwe
Secondo Sekai Holland, esponente del Mdc, ex partito di opposizione, ora ministro per la Riconciliazione nazionale e per l'integrazione, gli oppositori dell'accordo che ha portato alla formazione di un governo di unità nazionale in Zimbabwe starebbero mettendo a punto liste contenenti i nomi di persone da assassinare e starebbero pianificando le nuove violenze per le elezioni in programma tra 18 mesi. L'appello raccolto dalla Bbc segue le precedenti denunce fatte dal premier Morgan Tsvangirai - leader del Mdc - relative a continue intimidazioni ed abusi nel Paese. La Holland ha reso noto che, come lei, anche altri esponenti del Movimento per il cambiamento democratico, tra cui altri ministri del governo in carica, ricevono telefonate minatorie ogni giorno. La Holland ha quindi detto di essere stata informata del fatto che esponenti dell'ala più estremista dello Zanu-Pf del presidente Robert Mugabe "hanno una lista di nomi di persone da uccidere". "Nessuno si sente al sicuro nello Zimbabwe, nessuno, e voglio dire proprio nessuno". Due anni fa, la Holland fu vittima di un pestaggio ad opera di sostenitori dello Zanu-Pf.

Sudan
Un tribunale sudanese ha condannato a morte 12 ribelli del Darfur per un attacco a Khartoum, lo scorso anno. Con questa decisione, sale a 103 il numero di componenti del Jem, il Movimento per la giustizia e l’uguaglianza, condannati all’impiccagione.

In Italia il centro destra vince le amministrative
In Italia, oltre che per le Europee si è votato per 62 Province ed oltre 4.300 comuni e a vincere è stato il centro destra. Pdl e Lega avanzano da nord a sud, conquistando anche alcune località tradizionalmente in orbita del centrosinistra. Quindici province passano dal centrosinistra al centrodestra. Il Pd tiene abbastanza nelle tradizionali roccaforti, ma perde lo scettro di primo partito in Umbria e nelle Marche. Netto successo del centrodestra anche alle comunali: Pdl e Lega conquistano nove amministrazioni di comuni capoluogo, strappandone al primo turno tre al centrosinistra, che ne conquista cinque. Tredici i ballottaggi, tutti in comuni in cui il centrosinistra si era imposto nelle precedenti consultazioni. Le sfide più importanti: Firenze e Bologna. Prima dell'ultima tornata elettorale, 26 dei 30 capoluoghi erano in mano al centrosinistra e 4 al centrodestra.

L’Air France sostituisce i sensori di velocità a bordo degli aerei
Nessun aereo dell’Air France di modello A330 e A340 si leverà da terra se non saranno sostituiti almeno due dei tre sensori di velocità. La notizia è stata data dal Sindacato nazionale dei piloti di linea (Snpl), il sindacato maggioritario nell'azienda, secondo cui l'Air France ha accettato di accelerare il calendario di sostituzione. Due messaggi, inviati dall'aereo precipitato, il primo giugno scorso nell’oceano Atlantico prima della sparizione, mostrarono che le sonde "Pitot" potrebbero essere all'origine del disastro. Lunedì scorso l'Alter, il sindacato minoritario dei piloti (che rappresenta il 5% dei piloti Air France) aveva chiesto agli equipaggi dell'azienda di rifiutarsi di volare con gli aeromobili sui quali non fossero ancora stati sostituiti gli strumenti che misurano la velocità.

Nicaragua-Perù
Il Nicaragua ha deciso di concedere l'asilo al leader degli indios peruviani, Alberto Pizango, ricercato dalle autorità di Lima per gli scontri tra forze dell'ordine e indios culminati venerdì scorso nella morte di 33 persone. Pizango si era rifugiato nell'ambasciata nicaraguense in Perù. A renderlo noto è stato il ministro degli Esteri peruviano, Josè Antonio Garcìa Belaunde. Pizango si trova ora nella sede diplomatica nicaraguense in attesa di un salvacondotto che gli permetta di uscire dal Paese. Contro il leader dell'Aidesep (Associazione interetnica di sviluppo della foresta peruviana), era stato spiccato mandato di cattura. Gli scontri tra forze dell'ordine ed indios erano scoppiati al culmine di uno sciopero iniziato due mesi fa in cinque dipartimenti amazzonici per chiedere la deroga su alcuni decreti, voluti per adattare le normative locali al Trattato di libero scambio con gli Stati Uniti.

Terrore ad Hong Kong per gli attacchi all’acido
Sono rimaste ferite 24 persone ad Hong Kong per il lancio sulla folla di una bottiglia contenente acido. Il fatto è accaduto lunedì sera a Mong Kok, uno dei quartieri più densamente popolati, noto soprattutto per lo shopping. Salgono dunque a 100 le persone ferite ad oggi dall’acido corrosivo. L’ultimo è il terzo attacco in ordine di tempo, nel quartiere, dopo quello di maggio e prima ancora a dicembre. Nessuna delle vittime, di età compresa tra i 4 ed i 49 anni, è stata gravemente bruciata. Per la polizia che indaga sugli episodi è possibile che sia stata la stessa persona a mettere a segno tutti e tre gli attacchi. Gli investigatori hanno istituito una ricompensa per chiunque possa fornire informazioni utili per risalire all’identità dell’assalitore. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Anna Villani)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 159

E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.







All the contents on this site are copyrighted ©.