“E’ nostro dovere individuale e collettivo proteggere l'ambiente marino che è parte
integrante del benessere umano, della sicurezza economica e dello sviluppo sostenibile,
contrastando l’inquinamento e l’eccessivo sfruttamento delle risorse idriche”. Così,
il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, nel messaggio per la prima Giornata
Mondiale degli Oceani, sul tema “I nostri oceani, la nostra responsabilità”. Un evento
che vede la partecipazione di numerose strutture e organizzazioni internazionali impegnate
nella divulgazione, educazione e ricerca scientifica. Ma quale il significato principale
di questa Giornata? Cecilia Seppia lo ha chiesto ad Antonio di Natale,
segretario generale della fondazione “Acquario di Genova”:
R. – C’è
un messaggio forte che è quello di tentare di richiamare anche l’azione dei governi
a supporto di queste iniziative essenziali per la nostra corretta gestione delle acque.
E’ bene che tutti quanti siano coscienti di questo e che contemporaneamente prendano
coscienza della necessità di salvaguardare l’ambiente marino e trattare il mare come
un elemento essenziale per la nostra vita sul pianeta.
D.
– Quindi, alla base di questa Giornata c'è anche la necessità di promuovere una mobilitazione
generale rivolta alla salvaguardia del cosiddetto “pianeta blu” …
R.
– Sì. Anche perché gli Oceani sono quelli che regolano il clima del nostro pianeta;
sono quelli che provvedono a tutta una serie di nostre necessità, tra le quali c’è
anche quella di fornirci una dotazione di proteine animali non indifferenti. Sicuramente,
l’uomo finora ha avuto un’attenzione molto bassa nei confronti dell’oceano: abbiamo
più spesso depredato che gestito …
D. – Ecco, il
problema principale che interessa gli Oceani è l’inquinamento, anche perché oltre
tre miliardi di persone vivono sulle coste e quindi interferiscono costantemente con
le loro attività, proprio con la salute degli Oceani. Cosa è possibile fare per ridurre
l’inquinamento?
R. – Ci sono tutta una serie di azioni
che vanno fatte a diversi livelli. Innanzitutto, a livello governativo dei vari Stati,
vanno abbastanza omogeneizzate le norme che riguardano l’inquinamento e soprattutto
in alcuni Stati, vanno adottate! Poi, c’è quello che può fare la gente, il comune
cittadino, tutti noi: dobbiamo tentare di aver cura al massimo dell’Oceano e del Mare,
in modo tale da evitare tutta una serie di inquinamenti. Pochi riflettono sul fatto
che un mozzicone di sigaretta, il filtro di una sigaretta sia un grado di resistere
per decenni in acqua; che una bottiglia di plastica resista veramente per tantissimi
decenni e tantissimi milioni di bottiglie di plastica possono alterare un ecosistema.