Messaggio dei vescovi per la pace nella Repubblica Democratica del Congo
In un messaggio indirizzato, nei giorni scorsi, “agli uomini di buona volontà” e alla
popolazione in generale, i vescovi della provincia ecclesiastica di Bukavu, nella
Repubblica Democratica del Congo, analizzano la situazione socio-politica locale ed
esortano le autorità civili a prendere decisioni concrete per la restaurazione della
pace nel Paese. Innanzitutto, i vescovi di Bukavu chiedono al governo di procrastinare
il lancio dell’operazione “Kimya 2”, ovvero la missione militare che si propone di
sradicare dal Nord e dal Sud Kivu le migliaia di uomini delle Fdlr (il movimento d’opposizione
ruandese). In particolare, i presuli temono che la presenza della truppe possa “prolungare
ulteriormente i conflitti interni all’esercito stesso e degenerare in una crisi più
ampia”. Inoltre, i vescovi ribadiscono che l’impunità e il mal funzionamento dell’apparato
giudiziario incoraggiano la criminalità e alimentano la pratica della giustizia popolare.
Sul piano socio-economico, i presuli manifestano il loro apprezzamento per gli sforzi
messi in atto per la costruzione ed il restauro di scuole, ospedali e strade. Tuttavia,
i vescovi deplorano l’occupazione o la devastazione di terre appartenenti alle popolazioni
locali, episodi spesso causati da una gestione arbitraria della questione agraria
da parte dei responsabili amministrativi. Il messaggio dell’Assemblea episcopale provinciale
di Bukavu, inoltre, denuncia l’iniquo trattamento salariale di cui sono spesso vittime
il personale militare, i medici ed i docenti. Altro punto in esame, la questione politica
ed amministrativa: qui, i vescovi della Provincia di Bukavu condannano, innanzitutto,
il fatto che l’attenzione dei parlamentari sia troppo spesso concentrata sui “propri
interessi particolari”, piuttosto che sui problemi più urgenti della popolazione.
Quindi, i presuli deplorano “la corruzione, i metodi autoritari, la debolezza delle
autorità amministrative nella ricerca di soluzioni per i problemi sociali, l’arbitrarietà
dei giudici nei tribunali”, così come condannano la “crescente censura nei confronti
della stampa e dei mass media, le intimidazioni ai giornalisti e gli omicidi non perseguiti”.
Alla fine del suo messaggio, l’Assemblea episcopale provinciale di Bukavu esorta la
presidenza della Repubblica ad essere realmente “il garante della nazione per il rispetto
della Costituzione, il mantenimento della sovranità e dell’integrità del territorio
e la promozione della democrazia”. L’Assemblea episcopale provinciale di Bukavu non
dimentica, naturalmente, i giovani e li esorta “a non cedere alla disperazione che
li espone ad ogni sorta di manipolazioni”, invitandoli ad “investire tutte le loro
forze e la loro intelligenza in progetti per lo sviluppo collettivo”. Infine, l’ultimo
appello è rivolto ai cristiani e alle persone di buone volontà, affinché “vivano secondo
le virtù cristiane della fede, della speranza e della carità, rispettando i valori
umani della verità, della giustizia, del bene comune e del mantenimento della parola
data”. “La ricostruzione della persona umana – concludono i vescovi – dipende da questo.
Ed è una condizione indispensabile alla ricostruzione del Paese”. (I.P.)