2009-06-08 16:19:05

Messaggio dei vescovi per la pace nella Repubblica Democratica del Congo


In un messaggio indirizzato, nei giorni scorsi, “agli uomini di buona volontà” e alla popolazione in generale, i vescovi della provincia ecclesiastica di Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo, analizzano la situazione socio-politica locale ed esortano le autorità civili a prendere decisioni concrete per la restaurazione della pace nel Paese. Innanzitutto, i vescovi di Bukavu chiedono al governo di procrastinare il lancio dell’operazione “Kimya 2”, ovvero la missione militare che si propone di sradicare dal Nord e dal Sud Kivu le migliaia di uomini delle Fdlr (il movimento d’opposizione ruandese). In particolare, i presuli temono che la presenza della truppe possa “prolungare ulteriormente i conflitti interni all’esercito stesso e degenerare in una crisi più ampia”. Inoltre, i vescovi ribadiscono che l’impunità e il mal funzionamento dell’apparato giudiziario incoraggiano la criminalità e alimentano la pratica della giustizia popolare. Sul piano socio-economico, i presuli manifestano il loro apprezzamento per gli sforzi messi in atto per la costruzione ed il restauro di scuole, ospedali e strade. Tuttavia, i vescovi deplorano l’occupazione o la devastazione di terre appartenenti alle popolazioni locali, episodi spesso causati da una gestione arbitraria della questione agraria da parte dei responsabili amministrativi. Il messaggio dell’Assemblea episcopale provinciale di Bukavu, inoltre, denuncia l’iniquo trattamento salariale di cui sono spesso vittime il personale militare, i medici ed i docenti. Altro punto in esame, la questione politica ed amministrativa: qui, i vescovi della Provincia di Bukavu condannano, innanzitutto, il fatto che l’attenzione dei parlamentari sia troppo spesso concentrata sui “propri interessi particolari”, piuttosto che sui problemi più urgenti della popolazione. Quindi, i presuli deplorano “la corruzione, i metodi autoritari, la debolezza delle autorità amministrative nella ricerca di soluzioni per i problemi sociali, l’arbitrarietà dei giudici nei tribunali”, così come condannano la “crescente censura nei confronti della stampa e dei mass media, le intimidazioni ai giornalisti e gli omicidi non perseguiti”. Alla fine del suo messaggio, l’Assemblea episcopale provinciale di Bukavu esorta la presidenza della Repubblica ad essere realmente “il garante della nazione per il rispetto della Costituzione, il mantenimento della sovranità e dell’integrità del territorio e la promozione della democrazia”. L’Assemblea episcopale provinciale di Bukavu non dimentica, naturalmente, i giovani e li esorta “a non cedere alla disperazione che li espone ad ogni sorta di manipolazioni”, invitandoli ad “investire tutte le loro forze e la loro intelligenza in progetti per lo sviluppo collettivo”. Infine, l’ultimo appello è rivolto ai cristiani e alle persone di buone volontà, affinché “vivano secondo le virtù cristiane della fede, della speranza e della carità, rispettando i valori umani della verità, della giustizia, del bene comune e del mantenimento della parola data”. “La ricostruzione della persona umana – concludono i vescovi – dipende da questo. Ed è una condizione indispensabile alla ricostruzione del Paese”. (I.P.)







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