Ultimo giorno di voto per rinnovare il Parlamento europeo. Con noi, mons. Aldo Giordano
Oggi ultima tappa della maratona elettorale con la quale più di 375 milioni di cittadini
europei sono chiamati a eleggere i loro 736 rappresentanti al Parlamento dell'Unione
europea. Gli ultimi seggi a chiudere stasera saranno quelli italiani e quelli portoghesi
delle isole Azzorre: in entrambi i casi le urne verranno sigillate alle 22 ora di
Roma. Da quest’ora in poi inizieranno ad affluire i risultati Paese per Paese. Per
una riflessione sulla casa comune europea, Fausta Speranza ha intervistato
mons. Aldo Giordano, Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio
d’Europa:
R. – La Chiesa
è interessata al fatto che l’Europa sia più unita. Quindi, siamo interessati ad un
processo di unificazione, ad un processo che dia maggiore stabilità al nostro continente,
sempre in una prospettiva mondiale. La Chiesa ha sempre un orizzonte molto grande,
l’interesse è per tutta l’umanità e per tutti i Paesi. Desideriamo un’Europa più unita
e più stabile, perchè in questa maniera è più capace di contribuire alle altre regioni
della terra, in uno scambio di doni.
D. – Mons.
Giordano, parliamo di rapporto tra valori e cosa pubblica. Cosa ci giochiamo in Europa
in termini di valori, in questa fase storica?
R.
– La questione dei valori in Europa mi sembra questa. Quando facciamo l’elenco dei
valori noi siamo facilmente d’accordo, siamo ancora tutti d’accordo che la dignità
della persona umana, la libertà, la fraternità, l’uguaglianza, il diritto delle minoranze
siano riconosciuti come valori. Ma la questione emerge nel momento in cui noi vogliamo
dare un contenuto ai valori. A questo punto ci troviamo spesso a mani vuote, perché
lo stesso valore noi lo possiamo usare per discorsi molto diversificati o anche contrari
l’uno con l’altro. La dignità della persona umana è citata oggi in tantissimi discorsi,
per discorsi che sono per la vita o discorsi che sono contro la vita. Allora, il problema
è il contenuto, il problema è anche il fondamento dei valori. Credo che la Chiesa
e i cristiani possano dare un grosso contributo al fondamento, all’interpretazione,
al contenuto dei valori. In una prospettiva globale abbiamo un bisogno molto urgente
di avere valori universali, che vadano al di là del relativismo delle singole culture
o addirittura dei governi, dei legislatori o anche delle religioni. Questo mi sembra
un contributo importante della Chiesa.
D. – E’ indubbio
che ci sia un certo gap tra cittadinanza e istituzioni europee, anche se le istituzioni
in realtà sono lontane dalla percezione ma non dalla vita perché tante delle norme
europee ricadono direttamente sulla vita dei cittadini. C’è il fatto che in tutti
i Paesi europei i governi spesso tendono ad attribuire all’Europa quello che non funziona
a livello di governo e di provvedimenti nazionali. Detto questo, a quell’elettorato
stanco, scettico che pensa di non andare a votare, lei cosa dice?
R.
– Che è importante essere presenti. Se è vero che l’Europa attuale appare troppo farraginosa,
troppo burocratica, alle volte incapace di informare i cittadini o di coinvolgerli,
è vero però che se noi ci mettiamo in un orizzonte più grande, comprendiamo che i
problemi vanno affrontati insieme. E allora, in questa prospettiva, noi sappiamo che
ci sono delle sfide cui possiamo rispondere solo insieme. Sappiamo che c’è una fraternità,
una fratellanza universale da costruire proprio nella prospettiva del Vangelo. Soprattutto,
se noi abbiamo ricevuto il dono della luce del Vangelo, dobbiamo proiettare questa
luce su tutto l’ambito pubblico, sull’ambito politico. Non possiamo rinunciare a dare
questo contributo.