2009-06-06 15:33:49

Profughi tamil a Chettikulam. Un operatore umanitario: "Come un campo di concentramento"


Mancanza d’acqua, tende sovraffollate, famiglie separate e personale medico insufficiente per curare tutti i malati. “Ci sono centinaia di migliaia di persone costrette a vivere quasi una sopra l’altra. È un campo profughi al limite del collasso, che ricorda i campi di concentramento nazisti, come si vedono nei film”. È la testimonianza di un operatore sociale che, dopo aver visitato il centro di accoglienza di Chettikulam, a 20 km dal Vanni, in cui vivono centinaia di migliaia di persone, ha raccontato ad AsiaNews l’incontro con i rifugiati e le condizioni in cui si trovano a vivere i superstiti della guerra tra l’esercito e le Tigri tamil. Il centro di Chettikulam è lo stesso visitato dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ma Prasanna - un nome di fantasia, perché chiede di mantenere l’anonimato - è riuscito a parlare con i profughi. “Il campo è diviso in due settori, ognuno dei quali è suddiviso in 5 o 6 zone. Non saprei dire con precisione quanta gente ospita, ma sicuramente sono centinaia di migliaia”. L’area, sottratta alla foresta, è un grande accampamento. Racconta Prasanna: “Ci sono migliaia di  tende, larghe 3 metri per 3, in cui sono costrette a vivere anche quattro famiglie insieme”. Ad ogni nucleo familiare vengono assegnati 10 litri d’acqua “ma devono usarli per tutte le loro necessità, dall’igiene personale al bere, al curare i bambini. L’acqua non basta ed è molto difficile reperirne altra al di fuori della razione garantita”. Per mangiare, i profughi devono andare nell’unica cucina da campo allestita dal governo. “Adulti, anziani e bambini devono mangiare le stesse cose. Non ci sono latte in polvere o alimenti adeguati per i più piccoli o i neonati”. “In giro per il campo - continua Prasanna - ho visto molti orfani, con poco più di un anno. Di loro si prendono cura le ragazzine più grandi o altre famiglie, ma nemmeno questo è cosi facile”. Spesso mariti e mogli vivono separati in diverse zone dello stesso campo senza la possibilità di vedersi. “Ragazzi, ragazze e adulti tra i 25 e i 40 anni sono sotto stretta sorveglianza dei militari - spiega il testimone - perché sospettati di essere sostenitori delle Tigri tamil”. Le condizioni sanitarie sono drammatiche. “La gente - è la testimonianza di Prasanna - aspetta a lungo il suo turno per ricevere le cure mediche. Nell’ospedale del campo ci sono due persone per ogni letto, pochissimi medici e pochi infermieri rispetto all’enorme bisogno di assistenza. Dalle parole di Prasanna emerge anche la presenza, a Chettikulam, di alcuni religiosi. “Nel campo ho incontrato due sacerdoti salvatoriani e tre suore della Sacra Famiglia. Completamente sotto shock. Mi hanno raccontato di essere scappati dalla zona di guerra con 60 bambini dopo aver vissuto per 3 giorni nei ripari di fortuna ricavati scavando nella sabbia. Lungo la fuga hanno visto la terra disseminata di corpi con i cani che si aggiravano tra i cadaveri. Un sacerdote non ha retto alla vista ed è morto di infarto”. (A.D.G.)







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