Il ritratto di Don Bosco nell'omelia del cardinale Bertone alle catacombe di San Callisto
per l’omaggio all’urna del Santo piemontese
“Uomo d’azione, don Bosco comprese che l’attenzione posta ai giovani è il migliore
investimento nella società, nella Chiesa e nel mondo”. E’ uno dei passaggi dell’omelia
del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, pronunciata ieri durante la Santa
Messa nelle Catacombe di San Callisto a Roma. La celebrazione è stata l’occasione
per rendere omaggio all’urna di San Giovanni Bosco in una delle sue tappe del pellegrinaggio
per il 150.mo anniversario della fondazione della Famiglia Salesiana. Il viaggio dell’urna
toccherà 130 Paesi del mondo e si concluderà nel 2015 in occasione del bicentenario
della nascita del Santo. Il servizio di Benedetta Capelli:
“Il volto
dei poveri, degli emarginati, degli offesi, dei perseguitati”. Sono i tratti con i
quali il cardinale Tarcisio Bertone ha disegnato l’immagine dei bambini al tempo di
Gesù. E proprio a loro Gesù invitava a guardare per accoglierlo. “Essere bambini nello
spirito, è dunque una delle condizioni - ha evidenziato il porporato - che ci permettono
l’accesso a Dio Padre Onnipotente”. Quell’immagine concreta e “scioccante” che ha
rivelato ai cristiani “uno scenario inedito per l’umanità” e che ha dato modo di comprendere
“il senso dell’accoglienza degli ultimi della società”. Un insegnamento presente,
poi “aggiornato e approfondito”, in Don Bosco: un “giovane prete piemontese, mosso
dallo Spirito Santo”, che - ha aggiunto il cardinale Bertone - ha aperto “in maniera
travolgente le porte per accogliere i giovani più abbandonati e pericolanti”. Un prete
con un sogno che riesce a realizzare: il “sistema preventivo”, metodo di vita cristiano
rivelatosi “fruttuosissimo”. “Uomo d’azione” che comprese come “l’attenzione posta
ai giovani” sia il “migliore investimento nella società, nella Chiesa e nel mondo”.
Un’attenzione scandita da momenti di gioia, di allegria che fa leva soprattutto sulle
potenzialità positive di ognuno, perché “la felicità - ha continuato il porporato
- è iscritta nella giovinezza”. Un carisma, la cui natura è
rimasta sempre la stessa, nonostante il cambiamento dei tempi, e che ha prodotto “migliaia
di istituti, scuole, centri professionali e centri di carattere educativo”, incarnatosi
nei “suoi figli e figlie che hanno deciso di continuare ad occuparsi dei più piccoli,
attraverso i diversi rami della famiglia Salesiana e attraverso la folla immensa degli
ex-allievi”. Lo stesso carisma che “si respira”, ha detto il cardinale, proprio nelle
Catacombe di San Callisto, luogo amato e visitato spesso da Don Bosco, dove si sente
la presenza del Santo e soprattutto si avverte “quella grazia divina che invade il
nostro spirito nel comprendere sempre in maniera nuova e affascinante le parole del
Vangelo riferite ai piccoli, ai giovani, che sono il fondamento della nostra vocazione
salesiana”. Il segretario di Stato ha poi ricordato le tre comunità
che fanno parte del “Complesso Callistiano” (San Callisto, San Tarcisio e Beato Filippo
Rinaldi), la custodia delle Catacombe da parte dei confratelli Salesiani, “la struttura
di formazione e postnoviziato internazionale dei giovani che svolgono studi di filosofia,
il Cnos-Fap che si occupa dell’animazione del settore della formazione professionale
dei centri salesiani in Italia e infine la sede del Vis (Volontariato internazionale
per lo sviluppo), promotore di diversi progetti di sostegno alle missioni”. Riguardo
alla presenza dell’urna di Don Bosco nel Complesso Callistiano, il cardinale Bertone
ne ha parlato come di un segno per “rinnovare l’entusiasmo giovanile, per spronarci
nell’impegno instancabile per l’educazione dei giovani, per spingerci sempre più ad
occuparci dei problemi della società di oggi”. “Il mondo di oggi ha bisogno di Don
Bosco come non mai. Tocca a noi - ha aggiunto - rivivere Don Bosco, tramite la nostra
dedizione e la nostra fedeltà al carisma”. E proprio per questo compito, il segretario
di Stato si è rivolto direttamente al fondatore dei Salesiani, invocando quella “dolcezza
e carità” stampate sul suo volto sorridente.