Sudafrica: l’arcidiocesi di Johannesburg in azione per i profughi dallo Zimbabwe
L’arcidiocesi di Johannesburg, in Sudafrica, sta incrementando i suoi aiuti ai profughi
dallo Zimbabwe, il cui flusso in questo mese di maggio ha subito una nuova impennata
dopo la decisione del governo di Pretoria di sospendere l’obbligo dei visti per i
cittadini dal vicino paese africano. L’arcidiocesi ha istituito uno speciale ufficio
per l’assistenza ai profughi nel sobborgo di Braamfontein. A coordinare gli aiuti
c’ è padre padre Danisa Khumalo. Tra i servizi offerti – spiega il sacerdote intervistato
dall’agenzia Cns - una mensa che fornisce 3mila pasti al giorno, ma anche assistenza
medica di base, scuole e aiuti per trovare un lavoro agli immigrati. “Quelli che arrivano
con un po’ di soldi - racconta - li esauriscono subito per pagarsi il vitto e l’alloggio,
per cui finiscono all’addiaccio. I più fortunati hanno parenti, mentre altri trovano
una sistemazione in una vicina chiesa metodista, in appartamenti sovraffollati, nelle
stazioni e nei parchi della città dove devono pagarsi dei vigilantes per vivere al
sicuro”. L’ufficio diocesano si occupa anche di informare gli immigrati sulle procedure
per ottenere asilo in Sudafrica e sui loro diritti e aiuta quelli che vogliono rientrare
a rimpatriare. Per questi ultimi l’arcidiocesi ha predisposto un bus gratuito. Si
stimano in circa 3 milioni le persone fuggite in quest’ultimo decennio dallo Zimbabwe
a causa della grave crisi economica e politica. Nonostante l’accordo raggiunto ai
primi di quest’anno tra il Presidente Robert Mugabe e il Primo Ministro Morgan Zvangirai
e l’insediamento di un governo di unità nazionale, sono ancora numerosi i cittadini
dello Zimbabwe che preferiscono espatriare anche a causa della gravissima crisi economica
in cui versa il Paese. (L.Z.)