Giovani, educazione e famiglia in primo piano in uno studio dell'Università della
Santa Croce
Riportare la famiglia al centro del processo educativo della Chiesa e della scuola
e formare all’amore sponsale la società in continua trasformazione. Queste le principali
finalità delle tre giornate di studio sul tema “Educare per la famiglia”, organizzate
di recente dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Pontificia Università
della Santa Croce. Il servizio di Alessandra De Gaetano:
Una società
dell’incertezza, che si allontana dalla progettualità dell’amore adulto e dai legami
indissolubili. Secondo gli ultimi dati Istat del 2007, sono in aumento i secondi matrimoni.
Le coppie con figli sono solo il 39%, il 20% quelle che non ne hanno. Le persone sole
sono il 26%, mentre l’8% i genitori soli con figli. Nell’ambito del convegno è stato
presentato un percorso di formazione affettiva per giovani, coppie, genitori e insegnanti.
“Proteggi il tuo cuore” è il progetto, importato dall’America e già sperimentato in
diverse regioni italiane, sostenuto dalla Fondazione Happy Child. Il commento del
presidente Rita Zecchel:
“E’ un progetto rivolto
ad adolescenti e ai loro genitori per la formazione di un carattere forte e orientato,
in particolare, a quella che è l’educazione ad una sessualità positiva che dia poi,
come risultati, buone famiglie. E’ proprio un riscoprire l’amore come sentimento e
come donazione”.
Uno dei punti forza del progetto è la
testimonianza diretta di formatori giovani, come conferma ancora Rita Zecchel:
“Bisogna
scegliere ragazzi che credano nel valore del matrimonio, nel valore della famiglia.
Dunque, in un matrimonio che sia duraturo, che sia eterno. Se loro credono a questo
e lo vivono, lo sanno trasmettere”.
Educare per la famiglia significa
anche educare i giovani a saper costruire relazioni positive con gli altri. Alcune
istruzioni utili ai genitori per la formazione dei figli, nelle parole della prof.ssa
Alessandra La Marca, docente di Didattica e Pedagogia speciale, all'Università
degli Studi di Palermo:
“Nella prima infanzia, una qualità molto importante
è definita 'temperanza' che un genitore sviluppa nel figlio, abituandosi a dire di
no e quindi, a far sì che il figlio non cresca con il 'tutto e subito', cosa che invece
stiamo vedendo di frequente. Poi, man mano che cresce, quindi per esempio nella pre-adolescenza
e nell’adolescenza, una serie di qualità umane molto importanti sono quelle legate
proprio allo sviluppo delle capacità che poi permettono di diventare una persona matura,
una persona autonoma, responsabile, come sapersi anche intravedere nel futuro per
capire quali sono le mete che si vogliono raggiungere”.