All'udienza generale, il Papa parla di Rabano Mauro, monaco che unì il servizio agli
altri allo studio e alla contemplazione
Un personaggio dell’Occidente latino veramente straordinario: così il Papa, all’udienza
generale nell’assolata ma fresca Piazza San Pietro, ha presentato stamani la figura
di Rabano Mauro. Il monaco, nato a Magonza nel 780, entrato giovanissimo in monastero
e divenuto abate del famoso Monastero di Fulda e poi arcivescovo di Magonza, fu consigliere
saggio di principi all'interno della società carolingia. Del valore dei suoi insegnamenti
oggi, ci riferisce nel servizio Fausta Speranza:
Un uomo di
Chiesa di grande cultura che secondo la tradizione è l’autore di uno dei più belli
e conosciuti inni della Chiesa latina, il "Veni Creator Spiritus", che si è messo
a servizio di tanti senza per questo smettere di proseguire i suoi studi. Lo ricorda
il Papa sottolineando:
“Dimostrando con l’esempio
della sua vita che si può essere simultaneamente a disposizione degli altri, senza
privarsi per questo di un congruo tempo per la riflessione, lo studio e la meditazione”. Rabano
Mauro fu esegeta, filosofo, poeta. Benedetto XVI ricorda che poesia e forma pittorica
spesso si sono fuse per esprimere verità di fede, basti pensare ai codici miniati
della Bibbia. Oggi lo chiameremmo metodo multimediale - dice - per poi spiegarne un
valore profondo:
“Esso dimostra in ogni caso in
Rabano Mauro una consapevolezza straordinaria della necessità di coinvolgere, nella
esperienza della fede, non soltanto la mente e il cuore, ma anche i sensi mediante
quegli altri aspetti del gusto estetico e della sensibilità umana che portano l’uomo
a fruire della verità con tutto se stesso, 'spirito, anima e corpo'. Questo è importante:
la fede non è solo pensiero, ma tocca tutto il nostro essere. Poichè Dio si è fatto
uomo in carne e ossa, è entrato nel mondo sensibile, noi in tutte le dimensioni del
nostro essere dobbiamo cercare e incontrare Dio. Così la realtà di Dio, mediante la
fede, penetra nel nostro essere e lo trasforma". Il
Papa sottolinea la grande cultura del monaco dell’Alto Medio Evo, ma al contempo ci
tiene a sottolineare che “se ne serviva con libertà e attento discernimento”. Al proposito
riporta sue parole ad un corepiscopo:
“Al termine
dell’'Epistola prima' diretta a un 'corepiscopo' della diocesi di Magonza, per esempio,
dopo aver risposto alle richieste di chiarimento sul comportamento da seguire nell’esercizio
della responsabilità pastorale, prosegue: 'Ti abbiamo scritto tutto questo così come
lo abbiamo dedotto dalle Sacre Scritture e dai canoni dei Padri. Tu però, santissimo
uomo, prendi le tue decisioni come sembra meglio a te, caso per caso, cercando di
temperare la tua valutazione in modo tale da garantire in tutto la discrezione, perché
essa è la madre di tutte le virtù'. Si vede così la continuità della fede cristiana,
che ha i suoi inizi nella Parola di Dio; essa però è sempre viva, si sviluppa e si
esprime in nuovi modi, sempre in coerenza con tutta la costruzione, con tutto l'edificio
della fede".
Altro insegnamento fondamentale e sempre attuale è
quello della contemplazione: chi è negligente nella contemplazione - scrive il monaco
- si priva da se stesso della visione della luce di Dio. Il Papa, commentando a braccio,
aggiunge:
“Penso che Rabano Mauro rivolga queste
parole anche a noi oggi: nei tempi del lavoro, con i suoi ritmi frenetici, e nei tempi
delle vacanze dobbiamo riservare momenti a Dio. Aprire a Lui la nostra vita rivolgendoGli
un pensiero, una riflessione, una breve preghiera, e soprattutto non dobbiamo dimenticare
la domenica come il giorno del Signore, il giorno della liturgia, per percepire nella
bellezza delle nostre chiese, della musica sacra e della Parola di Dio la bellezza
stessa di Dio, lasciandolo entrare nel nostro essere. Solo così la nostra vita diventa
grande, diventa vera vita". Nei
saluti in varie lingue, il Papa è tornato sugli insegnamenti fondamentali di questo
uomo di Chiesa: “Studio, profonda contemplazione e costante preghiera”. In particolare,
in francese Benedetto XVI ha rivolto un pensiero al movimento Fede e Vita, in inglese
ai pellegrini da Inghilterra, Irlanda, Filippine e Stati Uniti, in spagnolo al movimento
Familias en Alianza, in polacco ai membri del movimento Luce-Vita, con il ricordo
del 30.mo anniversario del primo pellegrinaggio di Giovanni Paolo II in patria, che
cade in questi giorn. Infine, in italiano, il del Papa è andato ai fedeli della diocesi
di Cremona, guidati dal loro vescovo mons. Dante Lanfranconi, ai partecipanti al Capitolo
generale dei sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù-Dehoniani, ai giovani, agli ammalati
e agli sposi novelli. Poi l’annuncio della celebrazione, la prossima domenica, della
solennità della Santissima Trinità.