2009-05-31 14:29:59

Si aggrava l'emergenza educativa: le famiglie trascorrono sempre meno tempo con i figli


Nell’attuale società le famiglie trascorrono meno tempo con i figli compromettendo anche la corretta trasmissione di valori e principi. Come ha ricordato Benedetto XVI nella lettera scritta nel 2008 in occasione della Giornata della scuola cattolica della diocesi di Roma, è forte sia tra i genitori sia tra gli educatori “la tentazione di rinunciare, e ancor prima il rischio di non comprendere nemmeno quale sia… la missione ad essi affidata”. Sui fattori che hanno portato all’attuale emergenza educativa si soffermano al microfono di Federico Piana la responsabile dell’Osservatorio media del Movimento italiano genitori (Moige), Elisabetta Scala, e il responsabile della pastorale familiare della diocesi di Verona, Piero Delle Vedove:RealAudioMP3

R. – Sicuramente le cose sono profondamente cambiate da quando la donna lavora. La gestione familiare è molto diversa. E' chiaro che bisogna ripensare a delle modalità diverse di fare famiglia, di stare con i propri figli, perché, sinceramente non crediamo al discorso della qualità rispetto alla quantità. Per educare bene i figli ci vogliono entrambe le cose, qualità e quantità. Sicuramente siamo in un’epoca in cui è ora che ci sia più partecipazione da parte dei papà di quanto non c’era prima. Questo potrebbe anche essere un dato positivo, perché prima si delegava l’apporto dell’educazione totalmente alla mamma, che era a casa. La mamma quindi si occupava di tutto ed il papà era un po’ ai margini, interveniva in alcune situazioni, sempre importanti dal punto di vista dell’autorità ma forse meno dal punto di vista della quantità. Adesso è chiaro che i genitori devono concordare bene insieme i tempi, magari alternandosi in modo da poter passare del tempo in più con i figli, sia la mamma che il papà. Nello stesso tempo si deve pensare anche a dei tempi per tutta la famiglia. Questo è importantissimo perché anche la famiglia in quanto tale, tutta intera, deve avere i propri spazi.

 
D. – Piero Delle Vedove, secondo lei si può aiutare la famiglia a riscoprire anche il valore dell’educazione?

 
R. – Si fanno fare ai nostri figli tante cose per tenerli occupati, più che per educarli. Poi, una volta, la scuola era un ambiente sicuro anche dal punto di vista educativo. Si delegava molto. Tutte queste situazioni richiamano alla responsabilità dei genitori, con un’azione condivisa tra padre e madre. Occorre essere preparati, formati e partecipare alla vita della società, all’interno della Chiesa, all’interno della parrocchia, all’interno dei gruppi, in modo da avere sempre una certa motivazione a svolgere il ruolo di genitore in prima persona.

 
D. – Elisabetta Scala, secondo lei i genitori sono formati e qualcuno si impegna a formarli?

 
R. – Io penso che sia questo il punto critico: credo che ci siano genitori che abbiano più buona volontà di quanto non si possa credere. I genitori non sono tutti disattenti volontariamente però, forse, non hanno la consapevolezza di questa loro disattenzione e di questa loro mancanza di capacità educativa. Quindi, ci vuole sicuramente qualcuno che li aiuti. Prima la cosa funzionava in automatico, con la famiglia patriarcale ed anche i criteri educativi si trasmettevano dai genitori e se non c’erano i genitori erano i nonni o c’era la zia in casa. I bambini grandi aiutavano a crescere anche i loro fratellini più piccoli, quindi imparavano già in casa tutte queste cose. Adesso questa continuità purtroppo non c’è più. Le famiglie sono molto isolate rispetto alle famiglie di origine e c’è molta distanza da quando loro sono stati bambini a quando diventano genitori. Quindi diventa molto importante che ci siano agenzie educative pronte a formarli. Noi, come associazione di genitori, siamo nati proprio per questo, perché ci siamo resi conto che ci sono dei vuoti da questo punto di vista. Così come ci si forma a livello professionale per assolvere al meglio la propria professione altrettanto tempo si deve dedicare alla formazione come genitore. Quindi si devono trovare i mezzi per essere informati, trovare agenzie educative che formino per questo compito. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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