Ogni sei secondi si muore di malattie legate al fumo ed entro il 2030 i decessi potrebbero
arrivare a toccare la soglia degli 8 milioni all’anno. E’ quanto denuncia l’Organizzazione
Mondiale della Sanità in occasione dell’odierna Giornata mondiale senza tabacco sul
tema: “Avvertenze sanitarie sul tabacco”. Nelle maggiori città italiane la Lega Italiana
lotta ai tumori (Lilt), distribuirà una guida sui danni del fumo e su come smettere
di fumare. Eliana Astorri ha intervistato il dott. Giacomo Mangiaracina,
direttore scientifico area tabagismo della Lilt:
R. – Si calcola
che nel 2008 almeno mezzo milione di fumatori abbiano ulteriormente smesso di fumare.
La cifra si riduce dai 12 milioni ad 11 milioni e mezzo di fumatori in Italia. L’80
per cento dei ragazzi fa la prova del fumo però uno su quattro rimane dipendente e,
in alcuni contesti, anche un ragazzo su tre.
D. –
Le avvertenze sui rischi del fumo rappresentano davvero un deterrente?
R.
– Lo hanno rappresentato all’inizio, fino a quando c’era una reazione che noi definivamo
“efficace” perché quanto meno costringeva ad un’azione, sia pure quella di coprire
il pacchetto del fumatore. Oggi, invece sembra che non faccia più questa presa ed
ecco perché, in questa Giornata mondiale senza tabacco, l’Organizzazione Mondiale
della Sanità, esorta le nazioni ad adottare le immagini perché la scritta ci dice
solo che fa male. L’immagine ce lo fa anche vedere.
D.
– Come si fa ad aiutare un fumatore a smettere?
R.
– Oggi abbiamo i centri istituzionali per smettere di fumare. Sono circa 300 distribuiti
sul territorio nazionale. Alcuni fanno capo agli ospedali, altri sono quelli della
Lega italiana per la lotta contro i tumori. Fra l’altro, si accede con un numero verde
attraverso cui si può essere seguiti anche telefonicamente; il numero è: 800 99 88
77. Ormai l’era dei metodi è finita, esiste la terapia e la prevenzione del tabagismo
fatta con criteri scientifici e con operatori specializzati.
D.
- E’ importante una Giornata mondiale senza il tabacco? Cosa ci si aspetta?
R.
– Noi ci aspettiamo che i media ne parlino. Voglio indicare due elementi: quando si
fuma il tabacco si fumano, per esempio, anche i pesticidi che vengono impiegati, a
volte in modo scriteriato e con pochi controlli, nelle piantagioni di tabacco. Un
altro aspetto è che il tabacco è radioattivo. E’ una pianta che impoverisce il terreno,
che ha bisogno di essere fortemente nutrita; si danno fertilizzanti fosfatici che
sono radioattivi, per una certa parte, e questa radioattività passa nel tabacco. Nel
momento in cui si accende la sigaretta e la temperatura va ad 800 gradi centigradi,
il polonio-210 passa nella fase gassosa. Viene inalato e si va a depositare nei polmoni.
In altre parole, possiamo dire che i polmoni dei fumatori sono radioattivi.