Benedetto XVI ai bambini dell'Infanzia missionaria: non mi aspettavo di diventare
Papa, ma il Signore mi aiuta
Grande entusiasmo, stamani, in Aula Paolo VI per la Festa “Ragazzi, Missionari come
Paolo”: 7 mila Bambini dell’Opera per l’Infanzia Missionaria provenienti da tutto
il mondo si sono riuniti in Vaticano per incontrare Benedetto XVI e per riflettere
sulla figura di San Paolo. Con loro il Papa ha parlato della sua infanzia in Germania
e dell’importanza della preghiera e della condivisione. Né ha mancato di confidare
i suoi sentimenti al momento dell’elezione a Pontefice. L’indirizzo d’omaggio al Papa
è stato rivolto dal cardinale Ivan Dias, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione
dei Popoli. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Canti
Canti
festosi, cori gospel, sventolio di drappi colorati e, ancora, testimonianze e video
sulla vita di Gesù e l’Apostolo delle Genti hanno preceduto il momento clou della
mattinata in Aula Paolo VI: il colloquio tra il Santo Padre e tre bambini dell’Opera
per l’Infanzia Missionaria. Papa Benedetto ha risposto a braccio alle domande dei
ragazzi e non ha mancato di soddisfare la curiosità di uno dei piccoli fedeli:
D.
- Avresti mai pensato di diventare Papa? R. - A dire la verità
non avrei mai pensato di diventare Papa perché, come ho già detto, sono stato un ragazzo
abbastanza ingenuo in un piccolo paese lontano dai centri, nella provincia dimenticata.
Eravamo felici di essere in questa provincia e non pensare ad altre cose (…) Devo
dire che ho ancora difficoltà a capire come il Signore abbia potuto pensare a me,
destinare me per questo Ministero, ma lo accetto dalle Sue mani anche se è una cosa
sorprendente e che mi sembra molto oltre le mie forze, ma il Signore mi aiuta. Rispondendo
ad un’altra domanda, il Papa ha ricordato la sua infanzia serena in un piccolo paese
bavarese di 400 abitanti. Tra bambini, ha affermato, ci si aiutava e si viveva in
uno spirito di comunione, rinvigorito dalla comune fede cattolica. Abbiamo
imparato insieme il catechismo, ha detto, ci siamo preparati a ricevere la Prima Comunione
e quello è stato un giorno splendido. Tuttavia, ha riconosciuto, non mancavano
litigi. Un ricordo che ha dato lo spunto al Pontefice di offrire una riflessione valida
per tutti:
“Qualche volta nella vita umana sembra
inevitabile litigare, ma è importante l’arte di riconciliarsi, il perdono, ricominciare
di nuovo e non lasciare amarezza nell’anima”. Ma come un
bambino può aiutare il Papa ad annunciare il Vangelo? A questo interrogativo, Benedetto
XVI ha risposto incoraggiando i ragazzi innanzitutto a pregare, perché con la preghiera,
ha detto, apriamo il nostro cuore all’azione di Gesù. Pregare, ha ribadito, è una
cosa molto importante che può cambiare il mondo perché rende presente la forza di
Dio. Quindi, ha offerto dei consigli pratici su come corredare i momenti importanti
della giornata con la preghiera: “E’ importante cominciare
il giorno con una preghiera e finire il giorno con una piccola preghiera, ricordare
i genitori con la preghiera prima del pranzo, della cena e alla comune celebrazione
della domenica. Una domenica senza la Messa, la grande preghiera comune della Chiesa,
non è una vera domenica, manca proprio il cuore della domenica, e così anche la luce
per la settimana”. Pregare ma anche ascoltare e condividere.
Il Papa ha evidenziato quanto sia importante fin da piccoli vivere la solidarietà
nei confronti dei più bisognosi, come pure di chi non ci risulta particolarmente simpatico:
“Se
vediamo un altro che forse ha bisogno, è meno dotato, bisogna aiutarlo e così rendere
presente l’amore di Dio senza grandi parole (…) e così divenire insieme una famiglia
dove uno ha rispetto dell’altro, sopportare l’altro nella sua alterità, accettare
anche gli antipatici, non lasciare che uno sia marginalizzato, ma aiutarlo a integrarsi
nella comunità”. Dopo le parole del Papa, la festa dei giovani
è continuata con canti gioiosi. Un entusiasmo che oggi pomeriggio si trasferirà nella
Basilica di San Paolo fuori le Mura. Qui i giovani pellegrini e parteciperanno alla
Messa nel corso della quale rinnoveranno le promesse del Battesimo e il loro impegno
missionario nei confronti dei loro coetanei.
(Canti)
E
ascoltiamo ora le voci dei bambini presenti in Aula Paolo VI: le ha raccolte
Virginia Volpe:
D. – Quanti
anni hai e da dove vieni?
R. – Ho 11 anni e vengo
da Termoli.
D. – Chi è San Paolo per te?
R.
– San Paolo, per me, è come un amico, una persona su cui posso contare e che ha dato
se stesso per tutti noi.
D. – Perché sei qui oggi?
R.
– Prima di tutto perché possiamo trascorrere un po’ più di tempo insieme, per conoscere
persone di altri Paesi e per vedere il Papa.
D. –
Da dove vieni e quanti anni hai?
R. – Dall’Abruzzo
e ho 14 anni.
D. - Chi è, nel tuo cuore, San Paolo?
R.
– E’ una grande persona che ha cercato di portare l’amore in tutto il mondo.
R.
– Vengo da Nuoro, dalla Sardegna, ed ho 11 anni.
D.
– Perché sei qui oggi?
R. – Perché oggi è la vigilia
della Pentecoste e siamo venuti per il Papa.
D. –
E nel tuo cuore, chi è Gesù?
R. – E’ un amico, un
fratello.
R. – Ho 14 anni e vengo da Venosa, in provincia
di Potenza.
D. – Come mai hai fatto così tanta strada
per essere qui oggi?
R. – Perché noi, la scorsa estate,
abbiamo fatto un campo scuola già in onore di San Paolo, e quindi volevamo ripercorrere
il suo cammino.