Presentato a Roma un nuovo libro-inchiesta sulla Sindone
“Segreti e misteri del sudario di Gesù”: è questo il sottotitolo del libro del giornalista
Marco Tosatti, pubblicato dalla Casa editrice Piemme, che propone un’analisi degli
studi fatti fino ad oggi sulla Sindone. E “Inchiesta sulla Sindone” ha voluto chiamare
il vaticanista la sua ricerca sul lino conservato a Torino. Il libro è stato presentato
oggi a Roma. C’era per noi Tiziana Campisi:
La
scienza non sa ancora spiegare il modo in cui si è originata l’immagine sul lino della
Sindone. Alcuni studiosi dell’Enea, l’Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente,
sulla base di alcuni esperimenti, ipotizzano un raggio di energia molto potente, ma
attualmente non esiste una macchina capace di impressionare un tessuto grande quanto
quello custodito nella diocesi di Torino. E’ questo uno degli interrogativi che hanno
indotto Marco Tosatti a cominciare un’inchiesta giornalistica
sulla Sindone - ritenuta il sudario di Gesù – che l’esame del Carbonio 14, condotto
nel 1988 dai laboratori di Tucson, Oxford e Zurigo, farebbe risalire ad epoca medioevale.
Ma che cosa ha scritto in proposito nel suo libro il vaticanista de “La Stampa”?
“Abbiamo
scoperto che questo esame con il Carbonio 14 conteneva un errore di calcolo matematico
tale, che non poteva essere considerato accettabile e, soprattutto, che non si poteva
allora in base a quell’esame, proprio per la disomogeneità dei campioni e per la disomogeneità
dei risultati, affermare, come è stato fatto, che la Sindone era un falso medievale.
Possibile ragione di questa disomogeneità è che all’interno di un pezzo di filo di
Sindone, vicino, adiacente al punto che era stato esaminato con il C14, c’era del
cotone e c’era una sostanza resinosa, forse della gomma: il che avvalora l’ipotesi
di un rammendo medievale, avanzata negli anni scorsi da altri studiosi, che avrebbe
naturalmente spostato tutti i dati, tutti i valori”.
E sui dati del
1988 abbiamo chiesto chiarimenti al prof. Pierluigi Conti, docente
di Statistica all’Università La Sapienza di Roma:
“Quello che è possibile
dire è che i dati di due laboratori non presentano nessun problema. I dati del laboratorio
dell’Arizona presentano qualche problema, sia perché sono disomogenei tra loro, troppo
disomogenei rispetto a quella che è la variabilità dovuta al semplice processo di
misurazione, e perché sono anche un poco fuori linea, per la stessa ragione, rispetto
a quelli degli altri laboratori”.
L’inchiesta sulla Sindone di Marco
Tosatti pare dunque riaprire delle questioni; ce le illustra lo stesso
giornalista:
R. - Intanto sulla validità di usare un sistema come il
C14, solo quello, per cercare di datare un oggetto di cui non si conosce la storia,
i luoghi per cui è passato, il grado di contaminazione. E, secondo me, riapre il grande
problema di riavviare una stagione di ricerche scientifiche multidisciplinare sulla
Sindone, grazie al materiale che ancora esiste ed è a disposizione, senza toccare
il lino che verrà esposto l’anno prossimo.
D. – La
Sindone riuscirà a far dialogare scienza e fede?
R.
– Tutto quello che è stato testimoniato dalla scienza sulla Sindone è che c’è stato
avvolto un uomo ucciso, che ha delle caratteristiche particolari, che è lino, molto
probabilmente del I secolo, e tutta una serie di cose. Credo che non ci sia un problema
fra scienza e fede. La Sindone non aggiunge nulla alla fede, nel senso che se uno
crede, crede, punto e basta. Però è certamente un oggetto di grandissima suggestione,
di grandissimo fascino e che non è difficile collegare alla figura di Cristo, anzi.
Sono
piccole parti di verità quelle che il tempo, rivelando la storia, pare restituire
sulla Sindone. La prof. Emanuela Marinelli, sindonologa da oltre
trent’anni, ci illustra quanto è emerso fino ad oggi:
R. - Recentemente
è stato addirittura scoperto un documento nell’Archivio segreto vaticano, da parte
della studiosa Barbara Frale, che testimonia che un giovane templare viene introdotto
in una sala per venerare un telo su cui c’è l’impronta del corpo di Cristo e lui deve
baciare i piedi di questa impronta tre volte. Quindi, un’ulteriore prova che la Sindone
è stata in mano ai templari. Quindi, anche la storia della Sindone, che veniva data
come un periodo oscuro non è così. Noi abbiamo molte testimonianze, anche nei primi
anni, della presenza della Sindone. Certo, non c’è quella continuità giorno per giorno,
come noi vorremmo, con i criteri moderni. Però, non ci sono serie obiezioni alla autenticità
della Sindone anche dal lato storico. Quindi, la scoperta pian piano degli elementi
intorno alla Sindone è affascinante, perché l’uomo deve cercare, c’è una pedagogia
di Dio in questo. Niente è facile. Ma solo dalle cose difficili si ha soddisfazione.
Cercare con passione le prove, i documenti, le tracce di questo enigmatico lenzuolo,
ci porta poi ogni volta ad aggiungere un tassello, un mosaico che già è quasi completo,
a favore sicuramente dell’autenticità.
E mentre scienziati
ed esperti continuano a discuterne, la Sindone resta un’oggetto di venerazione che
sarà esposto al pubblico nella cattedrale di Torino dal 10 aprile al 23 maggio del
prossimo anno.